Che cos'è il virus del morbillo?

Il virus del morbillo è stato identificato per la prima volta da Enders e Peebles nel 1954. Il morbillo è una malattia febbrile, acuta, esantematica causata da un virus appartenente alla famiglia dei Paramyxoviridae, genere Morbillivirus (da qui il nome della malattia). É una di quelle malattie cosiddette "infantili" in quanto colpisce prevalentemente i bambini ma, non è escluso che possa colpire anche individui in età adulta. 

A oggi, colpisce solo l'essere umano ed è ormai una malattia diffusa in tutto il mondo, sebbene sia diventato meno comune grazie alla creazione di un'apposita vaccinazione contro il morbillo. 

Eruzione e sintomi: cosa causa macchie, puntini ed esantema?

Il periodo di incubazione è di circa 10 giorni dal contagio. Nel periodo che precede l’eruzione cutanea, compaiono la febbre, le macchie di Köplik e un’infiammazione della mucosa della bocca e delle vie respiratorie. Le macchie di Köplik sono delle vescicole che si formano in bocca, all’altezza delle guance. Inoltre, le mucose congiuntivali si arrossano, il malato avverte bruciore agli occhi ed è infastidito dalla luce intensa e compaiono tosse e catarro.

Dopo due giorni dall’inizio dei sintomi esplode l’esantema cutaneo, prima al volto poi al tronco ed agli arti, caratterizzato da macropapule rilevate, arrossate e confluenti, vale a dire che si formano sul corpo grosse chiazze di colore rosso. La contagiosità si protrae fino a cinque giorni dopo la scomparsa delle eruzioni cutanee tipiche della malattia ed è massima tre giorni prima, quando l’organismo reagisce alla presenza del virus con la febbre.Il periodo acuto della malattia dura dieci giorni. Poi i sintomi si attenuano, la cute desquama e si raggiunge una rapida guarigione.

Le complicazioni più temibili sono la comparsa di broncopolmonite, di otiti di origine batterica e, nei casi più gravi, dall’encefalomielite dovuta all’invasione del sistema nervoso centrale da parte del virus: si conta un caso di encefalite ogni 10.000 casi di morbillo.

Una volta superata la malattia, il paziente diventa immune: gli anticorpi della classe IgM, prodotti nella prima fase dell’infezione, vengono sostituiti da anticorpi della classe IgG che rimangono a lungo dimostrabili nel sangue.

Come sono e si identificano i sintomi e le macchie del morbillo? 

Se non sei sicur* di essere in presenza di un'infezione da morbillo, ti consigliamo di rivolgerti al tuo medico e sottoporti, o sottoporre il tuo bambino, ad una visita specialistica. 

Se avverti una o più delle seguenti complicanze però, la trasmissione del morbillo potrebbe essere già in atto. I primi sintomi, nonchè i più comuni sia nei bambini sia negli adulti, sono:

  • Esantema e/o macule: si tratta di eruzioni cutanee caratterizzate dalla comparsa, su aree estese, di macchie rosse irregolari e di una combinazione di pustole, vescicole e bolle. Talvolta, si possono trovare anche papule, croste e desquamazioni.
  • Leucopenia: si tratta della riduzione del numero di globuli bianchi, ossia i leucociti, che circolano nel sangue. I globuli bianchi sono la maggior fonte di difesa dell'organismo dall'aggressione di microrganismi esterni. Di conseguenza, quando diminuiscono la funzione immunitaria è ridotta e siamo maggiormente esposti a infezioni.
  • Macchie di Köplik: sono forse la principale manifestazione del morbillo. Compaiono nel giro di 2-4 giorni dal momento di insorgenza della febbre, naso che cola e occhi rossi e circa 24-48 ore prima del periodo esantematico. Si manifestano come lesioni biancastre, a grappolo, localizzate sulla mucosa della bocca, in prossimità del primo e secondo molare dell'arcata dentaria superiore. Possono essere simili a dei granelli di sabbia di circa 1-2- millimetri di dimensione circondate da un alone infiammatorio. Potrebbero però anche essere disseminate e quindi apparire come un eritema a chiazze diffuso per la mucosa orale. Generalmente queste macchie si risolvono con la comparsa dell'eruzione maculo-papulosa tipica del morbillo. 
  • Piastrinopenia: Il termine indica una quantità di piastrine circolanti inferiore a 150.000 unità per mm3 (microlitro) di sangue (la conta piastrinica è normalmente compresa tra 150.000 e 400.000/mm3).

Più raramente invece potrebbero manifestarsi sintomi come: 

  • Convulsioni dovute alla febbre alta
  • Ecchimosi o lividi per via di piccoli versamenti di sangue che si depositano nello spessore della cute 
  • Fotofobia
  • Lingua gonfia e rossa
  • Puntini rossi sulla lingua

Qual'è la differenza tra morbillo e varicella?

Morbillo e varicella rappresentano probabilmente le malattie più temute dai genitori che hanno figli in età infantile: spesso vengono assimilate nell'immaginario comune ma, in realtà, presentano un'origine e sintomi diversi. 

Pur essendo entrambe malattie virali ed esantematiche, tra di loro hanno specifiche differenze in quanto sono provocate da virus diversi. 

Infatti, pur essendo entrambe malattie virali esantematiche, cioè che si manifestano con eruzioni cutanee, accompagnate da febbre, tra di loro hanno specifiche differenze perché sono provocate da virus diversi. Il virus del morbillo appartiene alla famiglia dei Paramyxovirus, mentre la varicella è causata da un Herpes virus, il Varicella zoster.

Il periodo di incubazione dei due virus è un altro elemento distintivo: quello del morbillo è più breve e si aggira intorno ai dieci giorni (da 7 a 14), quello della varicella può arrivare fino alle tre settimane (da 10 a 21 giorni).

Nessun differenza invece per quanto riguarda il metodo di trasmissione delle due malattie: sia per il morbillo sia per la varicella, il contagio avviene per via aerea tramite starnuti e tosse.

Anche in base ai sintomi che si manifestano in prima battuta è possibile capire se il tuo bambino ha contratto il morbillo o la varicella. Nel primo caso i primi sintomi ad apparire sono febbre anche alta, tosse, raffreddore e talvolta congiuntivite; solo in un secondo tempo si manifesta la caratteristica eruzione cutanea a forma di piccole bolle che vanno ad arrossarsi con il tempo. Lo sfogo cutaneo compare prima dietro le orecchie, per poi diffondersi nel resto del corpo ed è accompagnato dall’ingrossamento dei linfonodi del collo, dell’inguine e delle ascelle. In caso di varicella, invece, la febbre potrebbe anche non comparire. I primi segnali da tenere d'occhio in questo caso sono un senso di stanchezza generalizzata, accompagnata da mancanza di appetito. L’eruzione cutanea è quasi contemporanea: la varicella presenta caratteristiche bolle pruriginose (ricordati sempre di non grattarle per evitare ulteriori infezioni cutanee). Inoltre, un'ultima differenza tra queste due malattie è che le bolle della varicella si manifestano prima nella zona del tronco, poi sul viso e sugli arti mentre, il morbillo, compare nella zona della mucosa orale. 

Infine le bollicine del morbillo sono inizialmente rosa e poi diventano rosse, quelle della varicella sono già rosse in partenza e, a seguire, si riempiono di liquido per poi asciugarsi e lasciare le classiche crosticine sulla pelle. 

Contagiosità del virus: come capire se è morbillo?

L’uomo si infetta per via respiratoria. In caso di malattia il virus è presente nelle mucose delle vie respiratorie e nel sangue. L’infezione è trasmissibile dalla madre al feto per via placentare. Il virus viene eliminato nella fase che precede e durante i primi due giorni di esantema con i secreti delle mucose respiratorie e con le urine. I soggetti sani non immuni (per vaccinazione o per pregressa infezione da morbillo) che vengono a contatto con persone malate in questa fase della malattia sono estremamente a rischi contagio.

Esami diagnostici e vaccino: 

  1. OSSERVAZIONE CLINICA - La diagnosi del Morbillo parte dall’analisi dei segni clinici: l’individuazione delle macchie di Köplik sono il primo strumento diagnostico.
  2. ESAMI DI LABORATORIO - A partire da un prelievo di sangue, si po’ determinare se il soggetto è protetto o non protetto dagli anticorpi e se l’infezione è in atto o pregressa. Basta richiedere l’analisi delle IgG e IgM per il morbillo. Questi i possibili risultati e la loro interpretazione:

Immunoglobuline

Risultato dell’esame

Conclusioni

In aggiunta, i metodi diagnostici più innovativi prevedono la ricerca del DNA del virus del morbillo in campioni respiratori o campioni di sangue.

La terapia è sintomatica. La somministrazione precoce di immunoglobuline può attenuare i sintomi. L’uso di antibiotici è indirizzato esclusivamente verso le complicanze da batteri. Si consiglia, comunque, di rivolgersi al proprio medico che saprà prescrivere la terapia più appropriata sulla base della storia clinica del paziente.

Esiste però la possibilità di vaccinarsi contro il morbillo: quest'ultimo esiste sotto forma di un complesso vaccinale contro il morbillo, la parotite e la rosolia. Per questo motivo viene chiamato vaccino MPR. Solitamente, i pediatri e gli specialisti, consigliano una prima dose prima dei 2 anni di età, preferibilmente intorno al 12°-15° mese di vita con un richiamo intorno ai 5-6 anni o 11-12 anni. Fino al 6°-9° mese, il neonato può essere protetto dagli anticorpi che gli vengono dalla madre se questa è immunizzata. La durata di immunizzazione del neonato è inferiore se la madre è stata immunizzata da un vaccino e non dal morbillo stesso. In ogni caso, ti consigliamo di consultarti con il tuo pediatra di fiducia che conosce la storia clinica del tuo bimbo. 

Se ti trovi nel periodo della gravidanza o vuoi avere un figlio ma, non sei immunizzata (non hai mai avuto il morbillo) o non sei vaccinata puoi rivolgerti al tuo medico per avere un consiglio su cosa è meglio fare in questo periodo più delicato. La vaccinazione contro il morbillo in questi frangenti non è indispensabile e talvolta può essere sostituita da un'iniezione di immunoglobuline. 

L'importanza della detersione per lenire il prurito e prevenire sovrainfezioni batteriche 

L’esantema cutaneo da morbillo provoca prurito e desquamazione cutanea: è fondamentale evitare che il paziente si gratti perché peggiorerebbe il decorso della malattia. 

Inoltre, si potrebbero verificare sovrainfezioni batteriche sulla zona lesionata.

Pertanto, per alleviare il prurito si consiglia di:

Cosa cambia tra adulti e bambini?

Nella maggior parte dei casi l'insorgenza del morbillo negli adulti è benevola: non bisogna però dimenticare che adulti e bambini sotto i 5 anni sono gli individui maggiormente esposti casi in cui il morbillo ha probabilità di sfociare in complicanze gravi. 

Per questo è consigliabile anche agli adulti che non hanno mai contratto la malattia o si sono sottoposti ad una sola dose, effettuare il vaccino in quanto non comporta alcun rischio. 

Prof.ssa Lucia Pitzurra - Laboratorio Fleming

l Laboratorio Fleming è stato fondato nel 1981 dal Dr. Stefano Franceschini con lo scopo di eseguire analisi cliniche, microbiologiche, ormonali ed analisi chimico-microbiologiche su acque, alimenti ed ambiente. Il Laboratorio si avvale di competenze di eccellenza e di strumentazioni all’avanguardia e si impegna a innovare costantemente per offrire sempre il meglio ai propri pazienti.