La toxoplasmosi è una malattia causata dall’ingresso, all’interno dell’organismo, di un parassita molto diffuso chiamato Toxoplasma Gondii. Questo può contagiare diversi animali (uccelli, molluschi, rettili, mammiferi), ma solo nel gatto è in grado di concludere il suo ciclo vitale. La trasmissione da un animale all’altro avviene tramite il consumo di carne infetta e di vegetali contaminati dagli escrementi di animali infetti, ma anche attraverso il contatto con feci e urine.

Perché la toxoplasmosi in gravidanza è pericolosa?

Se una donna in dolce attesa contrae la toxoplasmosi, nel 40% dei casi la trasmetterà al feto. E, le conseguenze, comprendono aborto spontaneo, nascita pre-termine e ritardo di crescita intra-uterina.

Il rischio di contagio più elevato si ha quando, la toxoplasmosi, viene contratta nel secondo o nel terzo trimestre: specialmente se la donna entra in contatto con la malattia nelle ultime 4 settimane prima del parto, con alte probabilità la trasmetterà al piccolo. Essendo già formato, il bimbo nel 90% dei casi non presenterà sintomi alla nascita. Tuttavia, li svilupperà in futuro (febbre, ittero, linfonodi gonfi, anemia, eruzioni cutanee, fino ad una sintomatologia ben più seria).

Ecco dunque che, a partire dal concepimento e fino al termine della gravidanza, è bene adottare tutte le precauzioni necessarie a scongiurare il rischio di toxoplasmosi.

Come avviene il contagio

È possibile contrarre la toxoplasmosi:

  • mangiando carne cruda o poco cotta (la cottura elimina il parassita);
  • mangiando vegetali non lavati accuratamente, potenzialmente contaminati da feci di animali;
  • portandosi in bocca o negli occhi le mani sporche, dopo aver toccato carne cruda, terra, vegetali o materiale contaminato da feci/urine di gatto;
  • con trasfusioni o trapianti d’organo.

La modalità di contagio più frequente è rappresentata dal contatto con cibo o acqua contaminati da feci o urina di gatto. Tuttavia, è fondamentale prestare attenzione anche a ciò che si mangia: carne poco cotta di agnello, maiale e cacciagione, ma anche prosciutto crudo e salame, sono gli alimenti più a rischio e dunque da evitare.

Di norma, i sintomi della toxoplasmosi in gravidanza sono inesistenti oppure molto lievi: astenia, cefalea, febbre.

La toxoplasmosi è una malattia pericolosa per tutti?

La toxoplasmosi è una malattia abbastanza diffusa e non grave per chi ha un buono stato di salute: i sintomi spesso non si avvertono nemmeno o sono simili a quelli di un’influenza.

Diventa invece pericolosa per due gruppi di popolazione:

  • le donne in gravidanza, poiché può passare al feto attraverso la placenta se contratta per la prima volta nella vita durante la gestazione (gli effetti della trasmissione materno/fetale variano a seconda del periodo della gravidanza);
  • le persone immunodepresse, portatrici di HIV/AIDS, affette da tumore o con trapianto d’organo.

Come si fa a sapere se si ha avuto in passato la malattia, se è in corso o se invece non si è mai stati contagiati? Con un semplice esame del sangue, il Toxo-Test, che rileva la presenza degli anticorpi che il corpo produce quando si contrae la malattia. È un esame, questo, che viene prescritto quando si sta cercando una gravidanza e/o non appena si scopre di essere incinte. Va ripetuto poi periodicamente per tutto il periodo della gestazione se la donna è recettiva, ovvero se non ha mai contratto la malattia.

Esiste un vaccino anti-toxoplasmosi? No. Ma chi contrae la malattia produce anticorpi specifici che lo proteggono per tutta la vita.

Come evitare di contrarre la toxoplasmosi

La prima regola, per evitare la toxoplasmosi, è lavare: lavare bene le mani prima di cucinare, prima di mangiare, lavare bene gli utensili e il piano di cucina, lavare le mani dopo aver fatto giardinaggio (l’ideale è usare sempre i guanti!), lavare bene gli attrezzi usati. Inoltre, bisogna cuocere la carne e lavare i vegetali che si mangiano crudi.

Se si ha un gatto in casa? Niente panico! Non guardiamolo come un nemico e soprattutto non allontaniamolo, in quanto bastano semplici accorgimenti perché la convivenza con lui possa tranquillamente continuare:

  • pulire bene la lettiera e le ciotole ogni giorno con i guanti (o meglio, delegare la loro pulizia;
  • non alimentarlo con carne cruda, ma con cibi industriali o secchi e ben cotti;
  • non lasciarlo uscire per non farlo cibare di topi e uccelli che possono essere infetti;
  • avvisare il veterinario di fiducia, che valuterà lo stato di benessere dell’animale domestico e deciderò se fare test specifici;
  • avvisare lo specialista che sta seguendo la gravidanza.

Cosa fare se in gravidanza gli esami del sangue rilevano la presenza della toxoplasmosi?

Rivolgersi immediatamente dallo specialista, che prescriverà una serie di esami diagnostici in centri specializzati in malattie infettive: inizierà così un iter che prenderà in carico la donna gravida e il nascituro, e che proseguirà fin dopo il parto.