La prima volta che ho partorito è stata un’emergenza, la mattina di Capodanno: quando si sono rotte le acque, ero alla 34esima settimana. Non avevo preparato nulla. Io e mio marito abbiamo messo in fretta e furia l’occorrente in valigia e ci siamo diretti alla clinica. Erano le 11, qualche controllo, un rapido monitoraggio e alle 17 i due gemellini erano nati e già in ambulanza per la Terapia Intensiva Neonatale. Mesi dopo ho realizzato che anche senza organizzazione mentale e pratica era andato tutto bene. Anzi, forse l’emergenza mi aveva aiutato a non farmi fare troppe domande, avevo dovuto agire subito, allattare misto perché erano piccoli, dormire poco per loro.

 

Il secondo parto è stato invece organizzato nei minimi dettagli: dalla valigia alla clinica scelta, al ginecologo, all’anestesista, a chi dei nonni avrebbe seguito i gemelli, tutto era già stabilito nel dettaglio per i due mesi successivi.

 

Ogni gravidanza, ogni parto è un’esperienza unica, per cui non posso che darvi alcuni consigli basilari sulle scelte primarie. Sappiate però che andrà tutto bene in ogni caso, anche se vi scorderete qualcosa.

 

Partorire praticamente

 

Naturale o cesareo?

Il parto è naturale, il cesareo è invece per i casi di emergenza, non è un antidolorifico, è un’operazione chirurgica con tutte le sue conseguenze. Se il ginecologo ve lo consiglia senza un apparente motivo, chiedete spiegazioni immediatamente. Valutate dopo cosa è meglio per voi.

 

Parto in casa o in ospedale?

Il parto in casa è consigliato perché l’ambiente familiare accoglie il neonato senza medicalizzazione. È una bellissima possibilità da scegliere dopo una profonda riflessione. L’ospedale rimane un luogo estraneo, ma in alcuni trovate camere familiari dove madre, padre e neonato possono stare insieme senza traumi fin da subito.

 

La valigia

Ogni struttura ha la lista stampata del necessario al parto per la madre e il bebé: chiedetela… ma poi non leggetela. A parte le battute, non userete molte delle cose indicate. Scremate quindi dalla lista quello che vi sembra inutile. Le camicine, per esempio, le avevo comprate e poi abbiamo messo solamente body. Le mutande a rete per la mamma, inoltre, possono essere sostituite da biancheria adeguata. Un consiglio: per il bambino body e tutine di cotone, con alcuni calzini leggeri, e per voi camicie da notte molto abbondanti.

 

Ospedale pubblico o clinica privata?

Ho partorito due volte nel privato per seguire il mio ginecologo, l’unico in grado di farmi stare serena. Ho assecondato le mie motivazioni personali. Valutate sempre la sicurezza che la sanità pubblica offre in casi di emergenza; oltretutto oggi molti ospedali propongono anche forme di parto dolce come quello in acqua o attenzioni alla presenza del padre. Informatevi molto bene sulle possibilità intorno a voi. Il privato è sicuramente più confortevole e tranquillo come ambiente, ma i costi sono una variabile da valutare.

 

Epidurale: sì o no?

Senza considerare il dolore della procedura o la sua limitata utilità in caso di parti veloci, a meno che non sia sconsigliata per motivi medici, l’epidurale è davvero una scelta personale. Ormai è abbastanza diffusa nelle strutture ospedaliere e disponibile su richiesta.

 

Quanti specialisti?

Ginecologo o ginecologi, ostetrica, anestesisti e neonatologi. Volendo, accanto a voi in sala parto, potreste avere una squadra di calcio! L’ospedale offre la sua équipe, ma si possono comunque portare medici esterni. Meglio avere accanto un’ostetrica brava se ci fa sentire più sicure, piuttosto che nessuna (o qualcuno che non si conosce).

 

Rooming in o nido? 

Scegliete al momento se potete, se stanche e provate dal parto il nido vi garantirà un sonno tranquillo e vi servirà per i giorni successivi. Potrete sempre iniziare il rooming in dal giorno successivo il parto. O lasciare il bambino al nido, se vi fa sentire più sicure.

 

Partorire è soprattutto un’emozione

Quando si partorisce, nascono mille emozioni nuove con il bebé… piccole anche loro, cresceranno insieme, ogni giorno che seguirà. Scoprirete di sentirvi insicure e di avere paura di fare cose normali come, per esempio, tagliare le unghie a vostra figlia. Scoprirete di temere che il vostro latte non sia nutriente o di non saper addormentare il vostro piccolo cucciolo. Scoprirete che nonostante abbiate affrontato amministratori delegati di multinazionali americane, il sorriso di un piccolo essere umano vi fa sciogliere.

Scoprirete la bellezza della vostra umanità: e per questo non c’è organizzazione. Ma neanche preoccupazione. Succederà. Non dite quindi a voi stesse come dovreste essere dopo il parto, lasciatevi libere di vivere le emozioni che arriveranno, intense e sorprendenti. E sarete delle bravissime mamme!

 

 


 

Arianna Orazi

 

Arianna, blogger e zingara senza scarpe, madre di Tommaso e Flavia, gemelli di 7 anni, e di Lorenzo (detto "Nanuzz"), di 2 anni. Bilingue, trimamma, monogama ed eclettica, naviga nel suo labirinto creativo di fettuccia e scrittura, lavoro e famiglia, alla ricerca del filo che annodi tutti i suoi interessi.

 

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