
Come capire se si sono rotte le acque
Quando sei in dolce attesa, i dubbi sono tanti. E riguardano ogni fase della gravidanza. Ad esempio, verso il termine potresti chiederti come si riconosce la rottura delle acque. E quanto tempo intercorre tra di essa e l’inizio del travaglio. Innanzitutto, sappi che, in realtà, il processo può anche essere inverso: inizia il travaglio e, solo successivamente, si rompono le acque. Se invece temi di non riuscire a distinguere la pipì dal liquido amniotico, con qualche semplice consiglio non ti sarà difficile capire quando la rottura delle acque è avvenuta.
Rottura delle acque, come accorgersene
Senti la biancheria intima bagnata e pensi che le tue acque si siano rotte? Non andare nel panico. Fai un respiro profondo e vai in bagno. Osserva il fluido: di che colore è? Fa odore? È abbondante oppure sono solo poche gocce? In genere, la pipì ha un odore riconoscibile e un colore tendente al giallo. Il liquido amniotico è invece inodore, chiaro, screziato di bianco o macchiato di sangue.
Oltre ad osservare il fluido, ci sono altri piccoli trucchi per capire se la rottura delle acque è effettivamente avvenuta. Fai la pipì, metti un assorbente sugli slip e osserva dopo 30 minuti il liquido che si sarà depositato sullo stesso: se trovi del liquido bianco o trasparente, probabilmente hai rotte le acque.
Sono stratagemmi utili, questi, in caso di rottura parziale delle acque. Alla fine della gravidanza, infatti, il liquido amniotico ha un volume medio di 800 ml: quando il sacco amniotico si rompe, la perdita che si origina è dunque decisamente ampia. In caso di rottura parziale, al contrario, è possibile perdere solo poche gocce non facilmente distinguibili dalle perdite di urina o dalle perdite vaginali.
Cosa fare quando si rompono le acque?
Se ti trovi a casa, indossa della biancheria intima asciutta proteggendo gli slip con un assorbente (i tamponi sono da evitare, perché aumentano il rischio d’infezione in caso di rottura delle acque). Non precipitarti in ospedale: sdraiati sul divano, o sul letto, e cerca di rilassarti. Pensa alla borsa per il ricovero, per verificare che sia tutto pronto. Chiama il tuo compagno, la tua ostetrica o chiunque tu voglia vicino. E, dopo una mezz’oretta, controlla l’assorbente. Se è asciutto, difficilmente avrai rotto le acque: con ogni probabilità hai sentito gli slip bagnati per via della perdita d’urina (molto comune a fine gravidanza) o dell’abbondanza di muco.
Se non sei ancora sicura dell’effettiva rottura delle acque, chiama il ginecologo o l'ostetrica. Potrebbero consigliarti altri semplici modi per verificare se si tratta di liquido amniotico, o magari ti chiederanno di recarti in studio o in ospedale per eseguire un test sul fluido (se vai in ospedale, porta con te tutto il necessario per il ricovero).
Una volta giunta in ospedale, il ginecologo o l’ostetrica eseguiranno alcuni semplici test: l’ispezione vaginale con lo speculum per valutare lo stato del collo dell’utero e per individuare eventuale liquido amniotico in uscita, oppure il PROM Test che - simile ad un test di gravidanza - consiste nell’inserimento in vagina o intorno al collo dell’utero di un tampone reagente.
Dalla rottura delle acque al parto
Quanto passa dalla rottura delle acque al parto? Nel 60% delle donne il travaglio comincia dopo 24 ore, nel 95% entro 72.
Tuttavia, molto spesso, il travaglio parte senza che le acque si siano rotte. Oppure, può succedere che il travaglio proceda molto lentamente e che il ginecologo opti per una rottura manuale delle acque. Come? Mediante una sonda lunga e sottile. Un procedimento assolutamente indolore, ma limitato ai casi in cui è strettamente necessario poiché potrebbe aumentare il rischio di infezioni intrauterine o causare variazioni del ritmo cardiaco del bambino.