La mamma che stalkerizza la pediatra non nasce tempestatrice di telefonate: ci diventa. È la donna, un tempo normale, che una volta nati i figli (in genere il primo, perché dal secondo in poi l’ansia in parte si placa) osserva con l’attenzione di un fisico nucleare ogni minimo cambiamento il pargolo possa fare nel corso delle giornate.

 

La mamma stalker in genere ha un pediatra di fiducia molto bravo: e lei è orgogliosa di essere una di quelle madri che non si sognerebbe mai di cercare informazioni mediche su internet, perché tanto può chiamare a qualsiasi ora il povero martire in camice bianco.

 

La mamma stalker non ha orari: perché tanto si sa che i figli si ammalano quando meno te lo aspetti. Ed è quella capace di fare 10 telefonate perché Giovannino ha sporcato un pannolino in più di quelli che cambia di solito. Fio non voglia che sia il Rotavirus. La mamma stalker è quella che si intrufola nella sala d’aspetto e attende con ansia che tocchi a lei, dicendo alle altre: noi ci mettiamo 5 minuti! Per poi uscire dallo studio con Giovannino che nel frattempo è arrivato all’età della laurea. La mamma stalker-ansiogena è quella che osserva rigorosamente le tabelle di crescita, che sa i percentili a memoria per ogni mese di crescita del figlio, è quella che se ad un anno il figlio non pronuncia 50 parole ma 49 si fa dare subito il numero del logopedista.

 

La mamma stalker ha bisogno di essere rassicurata, perché vive un dramma (che abbiamo vissuto tutti): l’essere umano più prezioso del mondo affidato a lei e il costante terrore che possa succedergli qualcosa.

 

La mamma stalker ha spesso vicino un familiare che è esattamente l’opposto: tipo un padre che (non per mancanza d’amore eh) sarebbe capace di vedere il figlio schiantarsi in bicicletta cancellandosi tutte e due le ginocchia, e andare a prendere con serafica calma un cerottino e l’acqua osseigenata.

 

La mamma stalker, fondamentalmente, è solo incompresa: perché che ne sapete voi dello stato d’ansia a cui si può arrivare se si pensa che qualcosa non vada?

 

Eppure, a volte, è grazie alla mamma stalker che si evita il peggio: quando tutti le dicono di stare calma perché il piccolo ha solo un raffreddore e un po’ di febbre, e lei non si ferma all’apparenza, e magari si scopre che era qualcosa di peggio, e lei ha avuto ragione.

 

Insomma, non trattate male le mamme ansiose, cari pediatri, anche se a volte sono complicate: vi giuro (da mamma ansiosa) che il nostro è solo eccesso d’amore! 

 

 

C’era una mamma – Daniela Zepponi

“C'era una mamma” è l'inizio di una storia, di una favola moderna, come si dice adesso. “C'era una mamma che aveva perso il lavoro dopo l'arrivo dei figli”. Oppure... “C'era una mamma che voleva scrivere, ma si era trovata a fare altro”. E infine “C'era una mamma che aveva capito di poter fare della scrittura il proprio lavoro ed essere felice”. E “C'era una mamma” sono io, Daniela Zepponi, marchigiana, digital strategist e blogger, mamma di Tommaso e Matilde: e C’era una mamma  è anche il nome del mio blog. Venite a scoprirlo!

www.ceraunamamma.it