Qualche tempo fa ero a pranzo fuori con la mia famiglia e non ho potuto fare a meno di notare la “formidabile energia” della signora che, due tavoli più in là, si alzava e sedeva con una media di dieci volte al minuto per correre, forchetta munita, incontro al figlio di due o tre anni che nel frattempo esplorava, come se niente fosse, ogni singolo centimetro della sala.

Poco più in là, un bambino sui dieci anni divorava il contenuto del piatto senza staccare lo sguardo dallo schermo del telefono, mentre gli incuranti genitori erano impegnati in una conversazione accesa.

 

Osservandoli ho provato tanta tristezza e – sì, lo ammetto – anche un po’ di rabbia. Tristezza perché sono sicura che non è stato sempre così. Forse ad un certo punto hanno semplicemente ceduto, ad un piccolo che fatica a star seduto, ad un altro che cresce e si allontana, catturato dalle mille distrazioni tecnologiche che ci vorticano incontro.

Perché, diciamocelo, non è certo facile.

 

Non è facile “imporre” ad un bambino di stare seduto a tavola per tutta la durata del pasto. Non è facile non cedere alle lusinghe della televisione, l’ipnosi dei cartoni e dei giochi sul telefono.

Non è facile non inseguire i nostri figli purché ingoino qualcosa.

Eppure ugualmente osservandoli ho provato anche un po’ di rabbia, perché so che quelle famiglie si perdono qualcosa. Qualcosa di importante.

Perché il momento dei pasti, sempre più trascurato a causa di stanchezza, stress, lavoro, distrazioni esterne, è invece un meraviglioso momento da vivere tutti insieme a tavola.

È il momento, pensateci, in cui la famiglia si riunisce, spesso dopo una giornata in cui ognuno ha vissuto separatemente i propri impegni: asilo, scuola, lavoro etc. Un momento per raccontare e raccontarsi, ricordare e fare progetti, ridere e sorridere insieme.

Non è sempre facile, lo so, ma almeno proviamoci.

Spegniamo la televisione, leviamo i telefoni dal tavolo, stiamo insieme.

E, come sempre, le buone abitudini si prendono da piccoli. Dando per primi l’esempio, trasformando fin da subito il momento del pasto in un momento di gioia.

E allora ecco qualche semplice buona abitudine per cominciare bene.

 

  • <::marker> Regole sì, ma anche libertàSembra un controsenso e invece no lo è. Se deve essere chiaro che non ci si alza da tavola durante il pasto, non si lanciano piatti e la tv deve rimanere spenta, è vero anche che specie i bambini più piccoli hanno il diritto di “esplorare” il proprio cibo. Lasciate che usino le mani, che si sporchino, che pasticcino anche purché lo facciano con l’intento di mangiare. Niente ruspe piene di terra o giochi rumorosi e ingombranti ma benvenuti i dodou, i giochi del cuore, “gli amici” che devono stare a tavola con noi. Insomma, poste le regole di comune buon senso, lasciamo quelle piccole grandi libertà che rendono attraente e più piacevole lo stare a tavola.
  • <::marker> Creiamo i nostri ritiChe sia un dessert o un gioco da fare tutti insieme, un piccolo rito di famiglia a fine pasto renderà tutto più piacevole e speciale.
  • <::marker> Apprezziamo e incoraggiamo le buone abitudini. Ogni piccolo grande successo, come rimanere seduti per tutta la durata della pappa, deve essere lodato e incoraggiato. Il bambino in questo modo si sentirà più invogliato a ripeterlo.
  • <::marker> Facciamoli collaborareIn proporzione all’età, diamo ai nostri figli dei piccoli compiti da svolgere prima o dopo il pasto: Aiutare ad apparecchiare, piegare i tovaglioli in modo divertente, decorare la tavola, sono tutte attività che faranno sentire i piccoli importanti. E poi, pensateci: non è male se continuano a farlo anche da grandi!
  • <::marker> Una tavola allegra e colorataUna tavola allegra e colorata è un luogo ancora più piacevole dove sedersi e trascorrere del tempo. Bastano delle bandierine, qualche cannuccia colorata e un po’ di fantasia.

 

 


 

Daniela Celli

 

A 9 anni mi sono sentita per la prima volta una viaggiatrice. Oggi ne ho 37, un marito che mi accompagna con passione in giro per il mondo, un figlio di 9 anni cresciuto a pane e viaggi e un adorabile cavalier king. Vivo tra Firenze e il resto del mondo, la valigia sempre pronta e la mente e il cuore rivolti verso la meta e quello che c'è nel mezzo.

Ah, dimenticavo... Racconto le nostre avventure sul mio blog Mammagiramondo.