La placenta è un organo meraviglioso e complesso, che permette lo sviluppo e la crescita di ogni mammifero all’interno dell’utero. Si forma pochissimi giorni dopo la fecondazione: dalla fusione di ovocita e spermatozoo prende vita un susseguirsi di divisioni cellulari che danno origine a embrione, placenta, liquido amniotico e membrane.

Che cos'è la placenta e come avviene la formazione: 

Organo temporaneo (in gergo “deciduo”), la placenta è un tramite perfetto e ben organizzato tra madre e bambino, ed è geneticamente identica al bambino stesso: si può dire che la placenta sia la “sorella gemella” di ogni bambino. A seguito del concepimento nelle tube di Falloppio, l’ovulo fecondato (zigote) subisce diverse divisioni nel suo avvicinamento all’utero (che raggiunge dopo 5-6 giorni). Il settimo giorno la blastocisti, la sfera cava in cui lo zigote si è “trasformato”, viene impiantata nell’endometrio e da esso avvolta. Le cellule embrionali, che diventeranno presto placenta, iniziano a formare i villi coriali: questi, penetrando nell’endometrio, affondano sempre più nella mucosa uterina e originano un sistema di scambio. È proprio questo, che la placenta è: un organo costituito da una porzione materna che deriva dalle decidua basale e una porzione fetale che deriva invece dal corion frondoso.

La placenta prosegue nella sua crescita, arrivando a misurare fino a 30 cm di diametro e a pesare fino a 600 grammi al momento del parto. Ed è proprio dopo il parto che viene espulsa.

Quando si forma la placenta?

La placenta si forma nelle primissime fasi di gravidanza, a distanza di pochi giorni dalla fecondazione. Lo zigote, una volta formatosi, comincia a dividersi in altre cellule che nel giro di pochi giorni possono essere già anche una dozzina. Questo gruppo continuerà a dividersi ulteriormente prima di raggiungere l’utero. È proprio in questa fase che le cellule si differenziano in due tipi: una parte esterna da cui si crea la placenta e una parte più interna da cui nascerà l’embrione. Lo sviluppo completo della placenta avviene intorno alla dodicesima o tredicesima settimana di gravidanza ma, le sue dimensioni, continueranno ad aumentare fino alla ventesima settimana.

A cosa serve la placenta?

La placenta ha due facce:

  • quella materna, che è collegata all' endometrio dell’utero
  • quella fetale, rivolta verso l'interno dell'utero e dunque verso il feto, da cui si crea il cordone ombelicale

A cosa serve la placenta? A consentire gli scambi metabolici e gassosi tra il sangue del feto e quello della mamma. Grazie alla placenta il feto respira, si nutre, cresce, elimina gli scarti e si protegge dalle infezioni tramite il cordone ombelicale o funicolo, formato da due arterie esterne e una grossa vena centrale. Il cordone connette il sistema placenta al bambino e permette lo scambio di sostanze ed informazioni senza che si mescolino i due sistemi di circolazione sanguigna. Quindi, il sangue materno e quello fetale non entrano mai in contatto.

Quali sono le funzioni della placenta?
  • funzione di scambio di sostanze nutritive e di gas: la placenta fornisce ossigeno e sostanze nutritive tramite il cordone ombelicale e gestisce gli scarti del feto (anidride carbonica e parti del metabolismo fetale)
  • funzione endocrina: la placenta produce ormoni che consentono il proseguimento della gravidanza stessa
  • funzione immunologica: impedisce il rigetto della gravidanza del corpo materno e porta al feto anticorpi in difesa di molte malattie
  • funzione di protezione: lavora per ostacolare il passaggio di sostanze e microrganismi pericolosi per la gravidanza

Molti rituali hanno accompagnato la placenta e tuttora la accompagnano in alcuni Paesi, proprio per la sua sacralità. Chi fosse interessato può trovare molti libri interessanti per approfondire questo tema estremamente affascinante.

Placenta anteriore, posteriore alta o previa: tutti i significati

La placenta si impianta solitamente nella mucosa uterina: le cellule che le daranno origine si immergono in questa mucosa e piano piano iniziano a ramificarsi.

Ci sono però posizioni diverse all'interno dell'utero in cui la placenta può impiantarsi e crescere:

Si parla di placenta anteriore quando si impianta appunto sulla parete anteriore dell'utero e quindi più vicina alla parete addominale. Al contrario parliamo di placenta posteriore quando si impianta nella parete posteriore dell'utero e quindi più vicino alla colonna vertebrale.

Si parla infine di placenta previa quando la placenta cresce nella parte inferiore dell'utero, in corrispondenza della cervice. Questa tipologia di crescita della placenta presenta diversi gradi ed è bene monitorare la situazione insieme ad un esperto per capire se ci si trova in una di queste casistiche.

Generalmente, la posizione della placenta non causa problemi alla gravidanza, tranne nel caso della placenta previa che potrebbe essere un'indicazione per effettuare un parto cesareo. É sempre bene monitorare la posizione insieme all'esperto che segue la gravidanza in modo da decidere insieme quale sia la via più serena da percorrere per voi e il vostro piccolo.

Sacco amniotico e cordone ombelicale:

Il cordone ombelicale rappresenta il collegamento tra la placenta e il feto. Nello specifico è composto da tre vasi sanguigni:

  • una vena più grande che trasporta il sangue ricco di ossigeno e sostanze nutritive dall’utero al feto tramite la placenta
  • due arterie più piccole che trasportano il sangue privo di ossigeno e i rifiuti metabolici dal feto alla madre.

Il cordone può crescere fino a 60 centimetri per permettere movimenti fluidi al feto.

Subito dopo la nascita del bambino, il cordone ombelicale viene tagliato (se il papà è presente in sala può effettuare questa semplice operazione con l'aiuto del medico e di un'ostetrica). La parte rimanente viene medicata e cade naturalmente dopo 8-10 giorni, scoprendo quello che sarà l'ombelico del bimbo.

Il sacco amniotico è una vera e propria sacca piena di liquido (il cosiddetto liquido amnioticos) in cui il feto fluttua. Lo strato esterno del sacco è costituito da una pellicola che con il procedere della gravidanza si trasformerà nella placenta.

Il liquido amniotico non funge da nutrimento per il feto ma, svolge funzioni protettive permettendogli di muoversi liberamento e proteggendolo da eventuali urti esterni. Il volume di liquido che il sacco può contenere aumenta con il procedere della gravidanza seguendo la crescita del bambino. Nelle prime fasi della gravidanza questo liquido viene assorbito dalla pelle del bambino, in seguito, con l'inizio delle funzioni degli organi il bambino sarà in grado di inghiottire il liquido ed espellerlo sotto forma di urina in modo da mantenere sempre stabile il livello di liquido.

 La rottura del sacco amniotico (o quella che conosciamo meglio come rottura delle acque) avviene solitamente prima dell’inizio del travaglio, con perdite di liquido vaginale. In questi casi è bene iniziare a recarsi presso l'ospedale dove è stata seguita la gravidanza perchè potrebbe mancare poco all'arrivo del vostro bambino. In altri casi invece, la rottura del sacco avviene durante il travaglio stesso.

Che cosa avviene dopo il parto?

Dopo il parto, la placenta di solito si stacca dall’utero e la donna può spingerla fuori naturalmente da sola o con l’aiuto di un medico o di un’ostetrica. Nel caso in cui la placenta sia attaccata saldamente, alcuni lembi possono rimanere attaccati all'utero dopo il parto. In questo caso si procede a rimandare l'espulsione ed è bene seguire i consigli dello specialista che ha seguito la gravidanza per capire come procedere.

Una volta che la placenta è stata espulsa, i medici controllano che non ci siano segni di complicazioni avvenuti durante la gravidanza dopodiché è possibile è possibile procedere allo smaltimento trattandola come rifiuto ospedaliero.

A volte è possibile anche donare la placenta in quanto, contenendo cellule staminali, è utile per procedere al loro studio.