Quasi quattro anni fa sono diventata mamma per la terza volta di quella splendida pagnotta che è Eva Maria. Una gravidanza difficile, segnata dalla preoccupazione per il suo problema cardiaco - che purtroppo persiste - e dalla stanchezza derivante dall’affrontare il trasloco in un’altra città, lontana dal padre delle mie prime due figlie. Questo implicava ed implica tuttora faticose trasferte settimanali, che unite al lavoro, alla famiglia allargata e a tutto il resto significa, in una parola, “fatica”.

 

E poi? E poi la scorsa primavera ho iniziato finalmente a rilassarmi: via il pannolino di Eva, via il ciuccio, l’acquisto della nuova casa, la scelta dei mobili, una strada da mamma che sembrava finalmente in discesa e una carriera che, faticosamente costruita, stava iniziando a decollare come volevo. Tutto perfetto. “Vai, nel 2016 casa nuova, vacanze al caldo in inverno e in estate se tutto va bene un mese al mare con le bimbe!”.

 

E invece? Invece a maggio arriverà Gregorio, ciao vacanze in inverno perché la nausea mi permetteva a malapena di alzarmi dal divano e ciao vacanze in estate perché con lui che avrà nemmeno tre mesi preferisco restarmene a casa. Sarò sincera, l’arrivo di un figlio non programmato quando ne hai altri tre/cinque piccoli da seguire non è semplice da accettare. Non che mi sia passato minimamente per la testa che fosse un figlio NON VOLUTO (il che è ben diverso), ma ho dovuto digerire la sua presenza per un paio di mesi buono.

 

Ma ora sono qui, a sei mesi inoltrati di gravidanza e con il pancione che inizia a far sentire il suo peso e dico che è vero, io non ho cercato questo bimbo, ma lui ha cercato me. Un maschietto che arriva dopo tre bimbe a ricordarmi che nella vita non si può mai dire mai, che bisogna continuare a mettersi in gioco, non adagiarsi mai sugli allori. E sapete qual è la cosa più bella? All’inizio ho avuto paura che questo potesse interferire con il mio lavoro e in effetti ha interferito, ma in meglio: non ho mai lavorato tanto e bene come da quando nella mia pancia c’è lui e questo perché la maternità porta sempre con sè una dose di positività che contagia te e chi ti sta intorno.

 

Com’è questa quarta gravidanza da un punto di vista fisico? Diversa e molto stancante. Non sono più una ventenne e il corpo sta rispondendo diversamente a questa prova. Provo fatica e affanno anche dopo un solo piano di scale, ho dovuto smettere di andare in palestra, il mio seno è cresciuto già di tre taglie e ahimè credo crescerà ancora (bello, direte voi… Ma immaginatevi il post-allattamento) e il mio sedere si allarga di conseguenza. Se mi curo? Certo che sì, utilizzo il nostro magnifico olio per le smagliature, lo stick labbra neonato perché in gravidanza la mia pelle diventa secca fino a ferirsi e sanguinare, vado dall’estetista quando posso, a volte dal parrucchiere ma no, non mi sento bene nel mio corpo come mi sentivo mentre aspettavo le altre figlie. E la cosa che più mi fa arrabbiare è che più mi dicono quanto io stia bene in questo corpo, meno lo sento mio. Saranno gli ormoni, sarà la fatica, ma ahimè, questa non è una gravidanza come le altre, né fisicamente né tantomeno mentalmente e mi chiedo se tornerò quella di prima.

 

Ma c’è un ma e di solito arriva alla sera, quando metto a letto tutte le bambine, stacco il pc, scendo dai tacchi, infilo il pigiama e mi butto sul divano. La sera appoggio le mani sulla pancia e inizio ad accarezzarla, magari davanti ad un bel film e allora Gregorio inizia a farsi sentire. E’ lì, in quei momenti, che mi ricordo che nella vita incasinata che vivo il mio corpo sta compiendo di nuovo un miracolo e che tutta la stanchezza, gli ormoni che mi fanno piangere, tutto ha un perché che è più alto di qualsiasi cosa e io sono una privilegiata perché questa magnifica sensazione l’ho provata per ben quattro volte nella mia vita.

 

Se tornerò quella di prima dopo il parto? Questa volta non ne ho la certezza, anzi. Ma sarò mamma ancora una volta e sono sicura che quando stringerò mio figlio tra le braccia non me ne importerà nulla. Ci sarà tempo per pensare a tutto dopo, con molta calma. Ora sono tenuta a respirare profondamente ed assaporare ogni attimo di questi tre mesi che rimangono.

Ti aspetto, Gregorio.

 

 

 


    

Valentina Piccini - Mamme a Spillo

 

Mamme a Spillo nasce da un’idea di Valentina Piccini, mamma di tre bambine esperta in comunicazione e soprattutto amante della scrittura e del mondo del fashion. Una mamma che, dovendo scegliere tra i figli e la carriera… Ha scelto entrambe! Porta avanti l’orgoglio di essere mamma e il diritto di rimanere ancora una donna, con tutte le sue passioni, le contraddizioni, la sensibilità.