I vantaggi del latte materno
Aggiornato il 27 Ottobre 2022
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Il latte materno Γ¨ lβalimento ideale per il lattante ed il bambino:Β esso infatti si adatta perfettamente per caratteristiche nutrizionali, biologiche, digeribilitΓ e garanzie igieniche alla fisiologia del neonato, andando incontro a variazioni della sua composizione contestualmente alla crescita del bambino, ma anche in risposta a situazioni patologiche quali malattie del piccolo. Esso ha anche unβenorme valenza dal punto di vista relazionale, rafforzando la diade madre-bambino. Se a questo aggiungiamo che si tratta di un alimento sempre pronto e disponibile ed a costo zero, si puΓ² facilmente comprendere perchΓ© istituzioni quali lβOMS e lβUNICEF ne raccomandino fortemente il suo utilizzo esclusivo almeno per i primi sei mesi di vita; ma anche fino ai 2 anni, se la nutrice lo desidera.Β
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Nonostante queste premesse,Β
nel nostro Paese,
lβallattamento al senoΒ viene spesso disatteso ed indagini statistiche dimostrano che la sua percentuale si riduce drasticamente dal terzo mese di vita. Le motivazioni sono svariate, ma occorre evidenziare come le controindicazioni vere, sia dal punto di vista materno che del neonato (malattie, utilizzo di farmaci, malformazioni, ipogalattia), sono percentualmente molto poche, mentre prevalgono problematiche sociali (ad esempio, il rientro precoce al lavoro), consuetudini o cattiva informazione.Β
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Come giΓ accennato,Β
il latte materno Γ¨ in continua evoluzione; nel dettaglio, possiamo individuareΒ
tre fasi principali: colostro, latte di transizione e latte maturo. Il colostro Γ¨ il primo latte prodotto dalle ghiandole mammarie della puerpera: contiene piΓΉ proteine, minerali, vitamina A, azoto, batteri della specie umana, globuli bianchi e anticorpi. Ha anche meno contenuto calorico, perchΓ© contiene meno grassi e carboidrati del latte βmaturoβ. Proprio la flora batterica trasmessa al neonato nei primi giorni di vita, attraverso il colostro, riveste un ruolo fondamentale nello sviluppo del microbiota intestinale, indispensabile per un corretto βassettoβ del sistema immunitario intestinale (con protezione nei confronti di malattie allergiche ed infettive) e per lβassorbimento di nutrienti.Β
La prevalenza di lattobacilli, che caratterizza lβintestino dei soggetti allattati al seno (a differenza di quelli allattati con latti formulati/adattati), sembra giocare un ruolo di primo piano in tale contesto.Β
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Il latte maturo, prodotto dopo alcuni giorni, passando attraverso il latte di transizione, Γ¨ differente, sia quantitativamente che qualitativamente, dal colostro. Volendo semplificare (attualmente si conosconoΒ
piΓΉ di 200 componenti presenti nel latte materno), ricordiamo che esso contiene acqua, grassi, carboidrati, proteine, vitamine, minerali, aminoacidi ed enzimi. Tra i carboidrati, quello prevalente Γ¨ il lattosio, mentre tra i grassi si riscontra unβelevata percentuale di acidi grassi, in particolare polinsaturi, recentemente correlata con lo sviluppo neurologico e della retina, fondamentale componente dellβapparato visivo. All'inizio della poppata, esso Γ¨ acquoso e ricco di lattosio, mentre verso la fine delle poppate diventata cremoso, ricco di grassi e calorie. Queste variazioni fisiologiche, contribuiscono alla comparsa del senso di sazietΓ nel lattante, favoriscono la digestione e predispongono al riposo.
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Il latte materno Γ¨ invece carente di ferro e di Vitamina D. Per il primo aspetto, in genere si ricorre allo svezzamento intorno al sesto mese (a tale etΓ i depositi di ferro iniziano a scarseggiare), mentre per il secondo, Γ¨ raccomandata la supplementazione con Vitamina D (400 UI/die) almeno per tutto il primo anno di vita, per la prevenzione rispettivamente dellβanemia carenziale e del rachitismo. Per la Vitamina D, ormai considerata un vero e proprio ormone con svariati effetti (immunologico, cardiovascolare, metabolico etc.), i recenti e numerosissimi studi sembrano riconoscerle un ruolo ben piΓΉ ampio di quello ad oggi accertato.Β
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Tutto ciΓ² premesso, appare evidente cheΒ
nessun latte adattato (nonostante gli importanti progressi della ricerca e dellβindustria) puΓ², ad oggi, fornire tutti i vantaggi del latte materno. Se infatti gli aspetti nutrizionali sono in gran parte riproducibili, certamente lo sono con maggior difficoltΓ quelli immunologici e per nulla quelli relazionali ed economici. Occorre pertanto compiere ogni sforzo per favorire lβallattamento al seno che, oltre a quanto giΓ esposto, sembra anche essere correlato a un minor sviluppo di obesitΓ e di patologie cardiovascolari. Il ricorso ai latti formulati/adattati dovrebbe avvenire il piΓΉ tardivamente possibile, salvo i pochi casi reali di controindicazione allβ
allattamento maternoΒ o carenza dello stesso.Β
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Concludo ribadendoΒ
un deciso βnoβ alla somministrazione di latte vaccino nel lattante, trattandosi di un alimento sbilanciato dal punto di vista nutrizionale (eccesso di proteine, grassi saturi, carenza di lattosio ed acidi grassi polinsaturi) ed immunologico (maggior rischio di allergia), ma anche per la possibile presenza di contaminanti, tutti fattori che inducono a sconsigliarne lβimpiego almeno nel primo anno di vita.
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Dr. Domenico Careddu
Medico Chirurgo, specialista in Pediatria
Specialista in idrologia medica
Master di II livello in fitoterapia
Master di II livello in neonatologia
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