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I trucchi per farlo smettere di piangere
C’è chi strilla fino a diventare paonazzo e chi lo fa in modo più contenuto, ma tutti i neonati prima o poi piangono. E questo è un dato di fatto. Piangono perché, almeno inizialmente, questo è il loro solo modo di comunicare, esprimere una richiesta, manifestare un disagio, richiamare l’attenzione. Piangono perché hanno bisogno di noi.
Prima di chiederti come far smettere un bambino di piangere, è necessario osservarlo e ascoltarlo: dietro il suo pianto c’è sempre una ragione, e individuarla è fondamentale perché il pianto cessi.
Scopriamo dunque insieme quali sono le ragioni più comuni del pianto, così da imparare a calmare un bambino che piange.
Metodi per far smettere di piangere un neonato: le ragioni del pianto
Piango perché sono affamato. È questa, il più delle volte, la ragione del pianto nei piccolissimi. Un pianto da fame è in genere accompagnato ad altri piccoli segnali che è importante imparare a riconoscere. Ad esempio, se preso il braccio il bimbo gira la testa verso il seno oppure si ciuccia le manine.
Piango perché ho il pannolino sporco
Ci sono piccoli che “tollerano” un pannolino umido per ore, altri che cominciano a urlare non appena si bagna. Il disagio da pannolino sporco è una causa piuttosto frequente nei piccolini.
Piango perché ho sonno ma non riesco a dormire
Un’eccessiva stanchezza – ma anche semplicemente il sonno stesso – è una causa frequente del pianto nei neonati. Il piccolo si stropiccia gli occhi e piange disperatamente. Cullalo dolcemente, canta una ninnananna, metti della musica rilassante.
Piango perché ho freddo o caldo
In genere, la tendenza dei genitori è quella di coprire eccessivamente i neonati per timore che prendano freddo, ma può avvenire anche il contrario. In inverno controllate che la temperatura della casa non superi i 18-20 gradi e quando fa caldo via i calzini: i bambini adorano stare con i piedi nudi.
Piango perché voglio stare in braccio
I genitori si preoccupano di “viziare” il piccolo prendendolo in braccio ogni volta che piange. Certo, i bambini imparano prestissimo i trucchi per attirare l’attenzione, ma non dimenticare che soprattutto nei primi mesi tuo figlio ha bisogno di contatto fisico, e a volte piangerà proprio perché ti vuole vicino. Avvolgilo in una morbida coperta e coccolalo, o crea un rito da ripetere ogni volta che non riesci a calmarlo. È tra i metodi più efficaci per calmare un neonato che piange, quando non conosci il motivo del pianto.
Piango perché non mi sento bene
Tra i classici malesseri da neonato ci sono le tanto temute coliche. In genere non è difficile capirlo perché il piccolo tende a muovere le gambine per cercare di alleviare il dolore al pancino. Prova a massaggiarlo, cullalo tenendolo a pancia in giù ed eventualmente consulta il pediatra, che ti saprà consigliare i rimedi più efficaci.
Piango perché sta arrivando un dentino
C’è chi comincia già a pochissimi mesi e chi ad un anno è ancora sdentato. Stai tranquilla, va tutto bene: non esiste una regola precisa. E se qualche bambino non se ne accorge neppure, la maggior parte manifesterà comprensibile disagio nel momento in cui il primo dentino cerca di uscire rompendo la gengiva. Non è detto che provi dolore, a volte può trattarsi semplicemente di fastidio. Controlla le gengive, se sono rosse e infiammate e la salivazione è abbondante potrebbe essere questa la causa del pianto del piccolo. Esiste in commercio ogni genere di massaggiagengive: giocattoli ruvidi che contengono un liquido e che, se tenuti in frigo e dati da “mordicchiare” al piccolino, possono avere un effetto calmante. Un po’ di coccole e magari un massaggio sulla gengiva con la punta del dito in genere risolveranno il problema.
Piango senza motivo
Ebbene sì, può capitare anche questo. In fondo a noi non capita di sentirci arrabbiati o tristi o annoiati senza alcuna ragione? Per i neonati è lo stesso: a volte bastano un po’ coccole, altre la tua attenzione, in alcuni casi può essere utile uscire. Una passeggiata all’aria aperta è il rimedio migliore e di certo non può che far bene anche a te.
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