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Come combattere il caldo estivo in gravidanza
Il caldo in gravidanza può essere molto fastidioso, soprattutto per chi è alla fine della gestazione e/o si trova in zone particolarmente afose. Il motivo? Può portare con sé ipotensione (pressione bassa), spossatezza e la comparsa di edemi soprattutto agli arti inferiori.
Estate e gravidanza, perché il caldo dà fastidio alle donne in dolce attesa
Lo stato di gravidanza, già di per sé, può indurre per diverse ragioni nausea e vomito ricorrenti, affaticamento serale e un prolungato senso di spossatezza. Alcune future mamme possono sentirsi instabili, e avere la tendenza ad episodi lipotimici noti come svenimenti.
Il corpo, del resto, invia segnali importanti a chi è in dolce attesa. In primis chiede di riposare. L’organismo femminile deve infatti affrontare un lavoro cardiocircolatorio doppio, in quanto buona parte del sangue ossigenato viene sottratto dalla placenta per arrivare al piccolo. Consapevoli quindi che la ragione di tali sintomi risiede nella fisiologia della gravidanza, soprattutto quando alle precedenti situazioni si aggiunge il caldo torrido, è bene concedersi dei meritati riposi durante la giornata cominciando a rallentare i ritmi del quotidiano.
Caldo in gravidanza, come affrontarlo
Come combattere il caldo in gravidanza?
- cerca di non sollevarti rapidamente dalla posizione sdraiata o accovacciata, per evitare momentanei capogiri;
- riparati dal sole, che spesso tende ad aumentare il fenomeno ipotensivo: non esporti nelle ore più calde, proteggi soprattutto il capo dal sole diretto e se ne hai l’opportunità mentre passeggi al parco avvicinati ad una fontana e bagna viso, caviglie e polsi. Questa semplice pratica, suggerita anche per proteggere i più piccoli dai fastidi della calura, rigenera momentaneamente il fisico indebolito;
- ricordati di bere adeguatamente: questa raccomandazione potrebbe suonare difficoltosa soprattutto per chi è alle prese con nausea e vomito (bere liquidi potrebbe infatti acuire i sintomi), ma è fondamentale per reintegrare i liquidi persi col sudore. Assumi acqua, ma anche centrifughe e frullati di frutta e verdura. E, ogni tanto, pranza con un bel gelato!
- se ne hai la possibilità, concediti un bagno al mare o in piscina: l’acqua aiuta a rinfrescare il corpo e, al contempo, facilita il movimento facendoti sentire decisamente più leggera. La percezione del corpo cambia infatti notevolmente con l’immersione in acqua: i movimenti si fanno più semplici e anche il camminamento risulta più piacevole. Immagina di trovarti nel mese di luglio con una pancia da trentacinque settimane e magari dei “salsicciotti” al posto dei piedi: l’acqua fresca faciliterà il movimento con una discreta ginnastica motoria degli arti inferiori;
- come vestirsi in gravidanza in estate? Preferisci vestiti in maglia elasticizzata, jeans e gonna a matita con la fascia in vita, camicie larghe, leggings e top a kimono. Se non ti senti a tuo agio nel mostrare troppo la pancia, opta per bikini a vita alta e costumi interi premaman. Fondamentale è acquistare sandali con la pianta comoda, senza tacco e senza lacci che stringano i polpacci.
Le conseguenze del caldo in gravidanza
La conseguenza più temuta, quando si vive il terzo trimestre durante l’estate, è l’edema gravidico. Il gonfiore alle caviglie e alle gambe di cui molte donne soffrono è provocato dalla compressione del peso dell’utero sui tratti circolatori e linfatici inferiori: il bimbo, appoggiato con tutto il peso sul bacino, rallenta la circolazione di sangue e linfa verso le gambe (che tenderanno di conseguenza a gonfiarsi). Questo fenomeno si verifica soprattutto alla sera, e riguarda anche le mani: se indossi degli anelli ricorda di sfilarli, per evitare che rallentino ulteriormente il drenare dei liquidi.
La comparsa di edemi in gravidanza, seppur diffusa, va sempre monitorata. L’ostetrica o il ginecologo andranno a toccare con le dita la consistenza dell’edema, controlleranno la pressione sanguigna (talvolta alla base del gonfiore) e il peso, e prescriveranno al bisogno un test per la rilevazione delle proteine nelle urine. Escluso che si tratti di un iniziale stato di gestosi (preeclampsia materna), ti esorteranno ad affrontare con serenità il caldo estivo con le semplici accortezze elencate in precedenza.
E se il senso di spossatezza e affaticamento persiste? Sicuramente potrebbe essere una buona pratica beneficiare per qualche periodo del fresco clima montano: anziché crogiolarsi al sole della spiaggia, regalarsi qualche giorno sopra i 1000 metri può concedere una pausa dal caldo. Sempre, ovviamente, ricordando di proteggere la pelle dal sole e di non cimentarsi in passeggiate nelle ore più calde della giornata.
In conclusione, è bene affrontare l’estate ascoltando il tuo corpo: percepisci ogni segnale senza allarmarti, chiedi un consulto se hai qualche dubbio, e godi della tua pancia estiva in attesa che arrivino i primi freschi.
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