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Bambini a tavola: come favorire le buone abitudini alimentari
In realtà, sono molti i fattori in grado di influenzare la predilezione o l'avversione di un bambino verso determinate categorie di cibi: le abitudini famigliari a tavola, l'esempio dei genitori e l'influenza di TV e pubblicità sono tutti aspetti su cui è possibile lavorare per insegnare ai bambini a mangiare bene e a prendere dal cibo tutto il nutrimento di cui hanno bisogno per crescere.
Perché i bambini non vogliono provare cibi nuovi?
Cominciamo con uno degli aspetti con cui si scontra la maggior parte dei genitori: intorno al secondo anno di vita il bambino sviluppa una vera avversione verso gli alimenti che non conosce. Gli esperti sono soliti riferirsi a questo comportamento con il termine "neofobia alimentare", ovvero una vera e propria "paura" nei confronti dei cibi nuovi. Non c'è nulla di cui preoccuparsi, perché si tratta di un comportamento innato, frutto dell'evoluzione della specie umana: evitare di mangiare cibi diversi da quelli proposti durante i primi mesi di vita da mamma e papà permetteva ai bambini di diminuire la possibilità di incontrare pericoli alimentari quali erbe velenose o cibi andati a male che potevano mettere a rischio la sopravvivenza stessa della specie. Oggi, ovviamente, questi pericoli sono superati ma la neofobia resta: e se durante i primi due anni di vita i bambini assaggiano praticamente di tutto, la voglia di scoprire cose nuove si arresta improvvisamente. Ecco perché per favorire corrette abitudini a tavola è fondamentale che i bambini piccoli possano provare molti sapori diversi in modo che poi, una volta cresciuti, non arrivino a rifiutare intere categorie di alimenti.
Bambini e buone abitudini a tavola: l'importanza di variare gli alimenti
Nei primi anni di vita e fin dallo svezzamento (o autosvezzamento) è quindi fondamentale permettere ai bimbi di mangiare quanti più alimenti diversi possibili. Solo così sarà possibile che il bimbo, dopo i due anni, apprezzi un vasto ventaglio di cibi, verdure comprese. La frutta e la verdura, insieme ai cereali e ai legumi, rappresentano la base della piramide alimentare mediterranea: ecco perché è fondamentale che i piccoli apprezzino questi alimenti fin da piccoli. Essendo abituati al loro sapore, difficilmente li respingeranno una volta diventati più grandi.
In questo senso molti esperti affermano che è importante anche il momento della gravidanza e dell'allattamento: la mamma deve esplorare il più possibile la varietà alimentare messa a disposizione dalla natura così da esporre precocemente il neonato a gusti e sapori diversi.
Mangiare tutto e mangiare tutti insieme
Il cibo è condivisione: lo è per gli adulti e dovrebbe esserlo anche per i bambini. Abituare i piccoli a mangiare a tavola con i genitori evita l'ansia da prestazione. Un bimbo seduto da solo sul seggiolone che mangia imboccato dalla mamma o dal papà potrebbe vivere il momento del pasto come una costrizione. I tempi tra un boccone e l'altro sono quelli decisi dall'adulto e, allo stesso modo, non c'è modo di fare pause o scegliere di mangiare un alimento presente nel piatto prima di un altro. Mangiare insieme agli adulti, al contrario, permette al piccolo di imparare tramite imitazione: in fondo i bambini conoscono il mondo che li circonda facendone esperienza attraverso i genitori. Associare il momento del pasto a un bel momento di condivisione, rilassato e piacevole, metterà in una buona disposizione d'animo il piccolo, che mangerà più volentieri e imparerà contemporaneamente a essere più autonomo.
Cucinare e fare la spesa tutti insieme
Spesso i bambini hanno esperienza del cibo solo una volta che il piatto è messo in tavola: non sanno cosa c'è dietro, non conoscono gli ingredienti e non hanno modo di approcciarsi ad essi con gradualità, conoscendoli e apprezzandoli.
Fare la spesa con i bimbi, quindi, è il primo passo per far capir loro come un alimento arriva nel piatto: lo conosceranno piano piano e prenderanno confidenza lentamente con quello che poi mangeranno. Anche la preparazione del cibo è importante: i bambini piccoli possono aiutare a preparare il pranzo o la cena con compiti semplici e supervisionati.
Dare il buon esempio
Genitori "schizzinosi" non potranno che avere figli che evitano di mangiare intere categorie di cibi. Mamma e papà devono dare il buon esempio, soprattutto quando si tratta di alimentazione: in fondo è proprio quello che mettiamo nel piatto a essere il primo modo di fare prevenzione e di prendersi cura della propria salute.
E se l'educazione al cibo non è una cosa "di famiglia", non c'è nulla di male nel rivolgersi a un nutrizionista che potrà indirizzare tutti verso un regime alimentare corretto ed equilibrato. Mamma e papà impareranno a mangiare meglio, amplieranno la rosa di cibi e di ingredienti da portare in tavola e, allo stesso tempo, permetteranno al loro bambino di avvicinarsi con consapevolezza al cibo, insegnandogli a mangiare bene.
Insomma, le buone abitudini a tavola sono il frutto di un processo lungo e laborioso che non può prescindere all'educazione alimentare dei genitori. L'ampia varietà di cibi, un ambiente domestico e conviviale rilassato e il buon esempio di mamma e papà sono gli ingredienti più indicati per favorire una crescita sana dei propri figli, anche dal punto di vista alimentare.
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