Il tema allattamento è sempre delicato e necessita di informazioni complete, aggiornate rispetto alle linee guida e integrate in un percorso di genitorialità.

L'allattamento al seno, esclusivo e a richiesta, è quello che sappiamo oggi essere il più indicato per la corretta salute e crescita del lattante ed i benefici sono anche materni.

Ma sì, è vero, in alcuni casi è necessaria un'integrazione di latte, a volte per un tempo breve, a volte per tempi più lunghi.

Quale latte scegliere in caso di allattamento con integrazione?

La prima scelta è latte materno che può essere estratto attraverso la spremitura manuale o tramite tiralatte o latte materno donato. Esistono infatti, anche in Italia, le Banche del latte materno Donato -BLUD- in grande evoluzione che hanno lo scopo di raccogliere, selezionare e donare latte materno umano con privacy, sicurezza e sostegno.

L' altra alternativa rimane il latte artificiale, diventando così un allattamento chiamato misto o complementare.

Esistono vere e proprie linee guida a riguardo, quindi ogni situazione deve essere valutata senza ricorrere al fai da te; solo una corretta valutazione clinica del bambino, della poppata e della mamma da parte di una figura professionale sanitaria può indicare la strada da intraprendere: se si necessita quindi di una integrazione di latte, che tipo di latte, la quantità e soprattutto che cambiamenti effettuare per mantenere un allattamento esclusivo.

Quali sono i casi che richiedono un allattamento misto?

Eccone alcuni:

  • Segni di disidratazione
  • Oliguria (assenza di diuresi prolungata)
  • Ipoglicemia neonatale
  • Mancato recupero del peso della nascita entro le prime due settimane di vita
  • Importanti rallentamenti di crescita, non spiegabili
  • Alcune problematiche materne
  • Perdita di peso

Si sottolinea che è davvero importante avere una valutazione clinica e un confronto tra mamma e operatore sanitario per comprendere le cause di tali avvenimenti per poter capire cosa e come modificare la situazione in un allattamento vincente con o senza integrazione ( ad esempio: a volte basta svegliare di più il bambino e alimentarlo più spesso) o, se davvero necessaria un'integrazione e passare quindi ad un allattamento complementare.

Ogni esperienza è davvero diversa, così come lo è il bisogno di ogni bambino. Il percorso dell'allattamento misto dura il tempo necessario ed è possibile nella maggior parte dei casi ridurre l'aggiunta di latte per ritornare ad un allattamento esclusivo.

Serve tempo, determinazione e sostegno di professionisti esperti.

Il supporto alle donne in questi passaggi risulta quindi fondamentale per creare un percorso corretto.

I genitori devono essere accompagnati nell' interpretare “i dati”, come il numero di pipì, le feci del bambino, i segnali di disidratazione, l'aumento di peso ed in generale i segnali di benessere del bambino.

 

Meglio poppata alternata tra seno e aggiunta?

Per mantenere una produzione di latte materna continua è meglio offrire ad ogni poppata prima il seno, poi l'integrazione; questo evita una riduzione eccessiva di produzione di latte materno.

Come offrire però l'aggiunta di latte?

  • Siringa senza ago
  • SNS (sistema di suzione supplementare)
  • Bicchierino o tazzina
  • Cucchiaino
  • Biberon

Il biberon è il metodo più conosciuto e diffuso, ma non deve essere la prima scelta per evitare che interferisca con la meccanica di suzione e quindi con l’allattamento in sé.

Quando un bambino nasce ha un istinto di suzione certamente, ma deve imparare bene ad attaccarsi per non creare dolore e per stimolare correttamente la produzione di latte; per questo motivo tutto ciò che è diverso dal seno diventa un interferente perché confonde nella suzione.

Anche per questo discorso, è importante dare supporto alla donna e alla famiglia per la scelta più corretta e per prendere confidenza con questi metodi alternativi.

In che posizione offrire l'aggiunta?

Il bambino deve essere vicino alla mamma anche con il contatto visivo, proprio come nella posizione di allattamento al seno, con la testa ben sostenuta, in una posizione materna confortevole e sicura, cambiando il lato delle braccia per permettere il cambiamento corporeo del bambino per una corretta sollecitazione di entrambe i lati del suo corpo.

La poppata in questo caso deve prevedere delle pause di suzione, esattamente come farebbe il bambino al seno, per evitare di abituarlo a poppate veloci.

Il tipo di latte, caratteristiche, liquido o polvere che sia e la quantità deve essere prescritta e non utilizzata in autonomia su consigli di amici, parenti o altre mamme.

Come hai potuto leggere, è una questione complessa l'allattamento al seno esclusivo e misto, che necessita di tante valutazioni adeguate al bambino, alla mamma e alla famiglia, ma del tutto gestibili.

Buon percorso a tutt* voi

Ostetrica Daniela Pergola

Non perderti le 5 posizioni per l'allattamento al seno in questo video informativo dell'ostetrica!