L’ingorgo mammario è conseguente ad un eccessiva raccolta di latte nel seno che comincia ad arrossarsi in una zona circoscritta e non riesce a defluire naturalmente attraverso i dotti per raggiungere la bocca del vostro piccolo.

Questo rappresenta non solo un problema per voi ma anche per il neonato che a fatica si attaccherà al seno e riuscirà così a svuotarlo. Un massaggio nella zona interessata, fatto in maniera circolare verso il capezzolo mentre si allatta, può essere un iniziale forma di aiuto allo svuotamento spontaneo.

La miglior prevenzione all’ingorgo mammario è senza dubbio da ricercarsi nel corretto avvio dell’allattamento al seno: rooming-in, allattamento a richiesta e addestramento di mamma e neonato ad un’adeguato attacco, posizione e suzione sono infatti gli elementi  necessari e sufficienti. Quasi sempre nella prima settimana di puerperio la produzione di latte cresce lentamente e costantemente fino a raggiungere un’adeguata produzione che risponde alle esigenze del vostro neonato.

A volte tale calibrazione risulta essere maggiormente difficoltosa a causa di un ‘importante montata lattea: improvvisamente anche nell’arco di 24 ore il seno si gonfia divenendo marmoreo, rosso e lucido. Le ghiandole mammarie sono colme di latte e se il neonato, ancora piccolo ed inesperto, non è in grado di svuotarle è necessario imparare a farlo manualmente aiutandosi con impacchi caldi (attenzione alla temperatura dell’acqua.. non ustionatevi!), con l’utilizzo di argilla verde ventilata che detende il tessuto e aiuta a drenarlo e con il consiglio esperto e attento di un ostetrica o una puericultrice che è pronta ad un ascolto paziente.

Cercate perciò di individuare già in gravidanza, quando avete ancora tutto il tempo per farlo, una figura di riferimento: troverete valido aiuto in un consultorio vicino a casa dove offrono sostegno e supporto per l’allattamento al seno oppure rivolgendovi presso ostetriche libere professioniste che anche a domicilio potranno darvi il loro supporto.

Qualsiasi liquido che si raccoglie in una parte del corpo con il passare del tempo può andare in contro a processi infiammatori ed infettivi: lo stesso vale anche per il latte materno che ,se accumulato nei dotti per lungo periodo, offre un ambiente ottimale per lo sviluppo di batteri; processo noto con il nome di mastite. Il corpo in tal caso manda immediatamente dei segnali: qualcosa di anomalo sta accadendo.. è necessario ancora una volta interpretare correttamente i sintomi per pianificare il trattamento più adeguato. 

Nel caso infatti di mastite oltre ai segni simili all’ingorgo (localizzati e circoscritti), quali arrossamento, calore,sensibilità al tatto e gonfiore, si aggiungono brividi e febbre superiore ai 38.5 °C con generalizzazione dei sintomi precedenti: tutta la mammella anche in forma bilaterale (cioè entrambi i seni  coinvolti) apparirà rossa calda dolente traslucida… impossibile quasi da sfiorare e inoltre un senso di malessere e affaticamento generale colpirà la neo mamma.

La situazione può ulteriormente degenerare: ecco perché prima  di incorrere in un ascesso mammario è bene trattare la mastite con queste semplici ma essenziali regole.

1- Non smettete di allattare: non lasciare mai risposare il seno e partire eventualmente facendo poppare il neonato da quello sano in modo tale che il seno coinvolto dal processo infettivo dreni in maniera spontanea per poi essere completamente svuotato dal vostro bimbo ( l’utilizzo del tiralatte deve essere preso in considerazione solo dopo un attenta valutazione da parte di un operatore sanitario: non improvvisatevi nell’utilizzo in quanto spesso  questo strumento così utile essenziale in alcune situazioni può risultare deletereo e nocivo in questa condizione)

2- Riposatevi: come per chi ha un influenza in corso è bene rimanere a letto o comunque limitare gli affaticamenti giornalieri

3- Eseguite impacchi caldo umidi : potete tranquillamente sperimentare l’utilizzo della doccia calda ponendo il getto direttamente sul seno o, se la sensibilità è fortemente alterata, è sicuramente meglio appoggiarvi un panno umido e rinnovarlo più volte

4- Durante la pausa tra una poppata e l’altra effettuate una maschera a base di argilla verde ventilata: il mio consiglio riamane quello di recuperare un preparato già pronto simile ad una maschera viso e spalmarlo abbondantemente sul seno coinvolto; coprite con pellicola per alimenti lasciando l’area del capezzolo oscurata da un semplice dischetto viso. Prima della poppata pulite il tutto con una spugnetta umida o se preferite porgete direttamente il seno sotto il getto tiepido del rubinetto e aiutatevi con le vostre mani

5- Assumete antibiotico e anti infiammatorio per tutta la durata della terapia prevista ( non sospendete di vostra spontanea volontà la somministrazione antibiotica in quanto potrebbe ripresentarsi il problema; ricordatevi che generalmente l’ampicillina prescitta non è controindicata con l’allattamento al seno)

6- Allattate provando a stare a carponi: tale posizione, bizzarra e sicuramente scomoda, è per certi versi da prediligersi quando il seno fatica a drenare in quando alla suzione del neonato si aggiunge la forza di gravità

7- Bevete adeguatamente e alimentatevi in maniera sana ed equilibrata 

8- Indossate reggiseni sufficientemente comodi: le mammelle non devono  essere compresse dall’indumento intimo.. sconsiglio vivamente anche quei  reggiseni definiti “da allattamento” che bendando il seno in ganci laterali impedendo  la naturale fuoriuscita del latte nei dotti e causandovi ingorghi mammari o semplici dotti ostruiti

Non mi resta perciò che augurarvi un buon inizio e come si suol dire.. “chi ben inizia è già a metà dell’opera!!”

  


    

Ostetrica Miriam Magni

 

Professionista dal 2007 ha operato in vari ospedali della regione lombardia nei dipartimenti materno infantili approfondendo la sua formazione nel campo dell'educazione famigliare allo sviluppo neurocomporetamentale del neonato, sostenendo e promuovendo l'allattamento al seno. Da poco mamma sperimenta in prima persona ciò che fin ora è stata per lei una missione