Cari lettori, oggi parliamo del più “sentito” e discusso argomento per tutti i genitori e non solo: il sonno.

 

Credo sia corretto descrivere brevemente il concetto di SONNO: “fenomeno periodico di sospensione più o meno completa della coscienza e della volontà, indispensabile per il ripristino dell’efficienza fisica o psichica”.

 

Capiamo bene che il sonno è sia fisiologico che fondamentale e chi ha figli conosce bene cosa sia la mancanza di sonno e gli effetti collaterali.

 

Il sonno dei piccini però è molto diverso da quello degli adulti e quindi va conosciuto e compreso.

 

Fino a tre mesi circa il sonno si divide in:

attivo, quello leggero caratterizzato da movimenti, vocalizzazioni e anche pianto che crescendo si trasforma in sonno REM

calmo, quello rilassato e con respirazione regolare che crescendo si trasforma in sonno NREM

ambiguo, quello intermedio tra i due che scompare crescendo

 

Verso i 2/3 anni di vita il sonno del bambino è simile a quello dell’adulto: quindi cari genitori non disperatevi, prima o poi si arriva a trascorrere notti migliori!

 

Perché i bambini hanno più risvegli e soprattutto risvegli facili degli adulti?

Il 50% del sonno dei bambini (0/3 mesi) è nella fase attiva, quindi nel sonno leggero (quello degli adulti circa il 25%); questo significa che i bambini hanno almeno il doppio delle possibilità di risveglio degli adulti.

 

Un ciclo di sonno completo dura circa 50/60 minuti (quello degli adulti il doppio) ma i primi 25 minuti circa è il sonno attivo, quindi con possibili risvegli.

 

Le cause di risveglio:

 

  • <::marker> fame, lo stomaco dei bebè è più piccolo quindi si svota con facilità
  • <::marker> sonno e sovraffaticamento, più il bambino è eccitato e stimolato più fa fatica a entrare nel sonno calmo
  • <::marker> malessere, lo stato di salute è fondamentale per un buon riposo
  • <::marker> tappa di crescita e novità, creano eccitazione ed interesse quindi dormire è uno “spreco di tempo”

(ovviamente sdrammatizzo!)

  • <::marker> ansia da separazione, il bebè si rende conto crescendo che lui non è più solo estensione del corpo materno, che la mamma è altro da lui e quindi la relativa paura di perderla

Attorno al tema sonno ruotano aimè ancora molti falsi miti, ormai da sfatare, come far piangere il bambino per farlo abituare al sonno autonomo, voler insegnargli un’autonomia al sonno, pensare che la sua richiesta di presenza della madre o del padre e il suo piano sia un “vizio”.

 

I neonati e i lattanti non possono essere autonomi ed indipendenti in quanto la loro maturità cerebrale è ancora IMMATURA. I bambini così piccoli non hanno vizi bensì bisogni che vanno accolti e compresi. 

E questo è assolutamente difficile!

 

 

Daniela Pergola 

Ostetrica libera professionista

 

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