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Pavimento pelvico dopo il parto: consigli per la riabilitazione

Aggiornato il 25 Ottobre 2022

Pavimento pelvico dopo il parto: consigli per la riabilitazione

Ora, a distanza di tre mesi dal parto, i rapporti sessuali sono ancora dolorosi e per giunta una piccola goccia di urina scende in maniera inconsapevole…magari solo se ridete con gioia con il vostro piccolo o fate uno sforzo fisico maggiore.

 

E che fare allora? Un poco vi mette in imbarazzo raccontare tutto questo al vostro ginecologo.

 

Invece è davvero il caso di parlarne. Importante parlarne perché sono sintomi frequenti, ma ci sono molti mezzi per contrastarli ed evitare che diventino cronici! Per cui parliamone….

 

L’ipertonia e l’ipotonia del pavimento pelvico sono disfunzioni muscolari che possono dare origine a sintomi nella zona genito-urinaria-anale ad essa funzionalmente correlati.

 

La riabilitazione è una opzione terapeutica per poter affrontare questi sintomi e dunque l’individuazione di queste diverse condizioni è utile per la modulazione della terapia. In alcuni casi la sola riabilitazione funzionale è il primo approccio terapeutico e può essere sufficiente. In altri casi invece viene associata una terapia farmacologica.

 

In ogni modo la valutazione dei sintomi e del loro significato funzionale va fatto da un team multidisciplinare esperto :  la valutazione funzionale ha l’obiettivo di individuare la condizione specifica della paziente per poter personalizzare la fisioterapia nonché le tecniche e gli strumenti adeguati.

 

La valutazione funzionale è costituita da anamnesi ed esame obiettivo, quindi indispensabile il colloquio verbale tra la paziente e il medico o l’ostetrica, cui segue la valutazione di sensibilità, attività riflessa e parametri del pavimento pelvico.

 

L’intervento riabilitativo si realizza in tre fasi consecutive tra loro: consapevolezza dell’attività motoria dei muscoli del pavimento pelvico, normalizzazione dei parametri muscolari alterati, recupero funzionale.

 

Oltre a questo per ogni fase il fisioterapista può utilizzare, a seconda della situazione, un diverso approccio alla zona genitale a seconda degli obiettivi e della condizione della paziente: esercizio terapeutico, terapia manuale ortopedica, autotrattamento domiciliare, biofeedback, stimolazione elettrica, dilatori vaginali, prodotti topici.

 

Anche il trattamento comportamentale e le modificazioni dello stile di vita sono importanti:  abbigliamento  e igiene intima inadeguate, sport non appropriati, minzione preventiva.

 

La percentuale di miglioramento e/o guarigione dei sintomi varia in relazione al sintomo: in generale la valutazione dei risultati viene effettuata quando le modificazioni dei sintomi e dei segni considerati nella valutazione funzionale possono essere considerate definitive, così da poter eventualmente indirizzare la paziente ad altro professionista o terapia qualora i risultati non fossero soddisfacienti.

 

Una strada a volte lunga e sicuramente noiosa, ma ne vale la pena dato che siete giovani, belle, forti, sportive, gioiose e "….poi chissà tra un po’ di tempo il secondo figlio lo vorrei fare !!!!"

 

Come vedete, questi vostri sintomi possono essere studiati e valutati da professionisti esperti che certamente vi aiuteranno a migliorare la situazione e soprattutto a far sì che il “problema”, qualunque esso sia, non cronicizzi fino ad essere parte del vostro “essere normale” a cui vi siete abituate a convivere e non avere più possibilità di cura.

 

Non esitate quindi ad esprimere dubbi e disagi: il pudore in questo caso non serve. Serve invece una buona capacità di dare “ascolto” anche voi stesse (oltre al vostro stupendo bimbo che piange!!!) e di raccontare a chi vi sa accogliere e aiutare.

 

 


    

Dottoressa Patrizia Gementi

 

Dirigente dell’Unità di Ostetricia e Ginecologia presso l’Ospedale Buzzi di Milano

 

Studio Medico Associato Oldrini e Gementi (Piazza Libertà 2, 20010 Cornaredo MI)

 

Medical Center Buonarroti (Via Tiziano 9, 20145 Milano)