La meningite nel bambino: quanto è pericolosa? Quando sospettare e quali sono i sintomi? 

Si tratta una patologia prevalentemente di origine infettiva (virus o batteri principalmente) anche se esistono sindromi meningee di origine non infettiva (es. farmaci o neoplasie).

La via di trasmissione è generalmente la via aerea: tramite goccioline di saliva il germe colonizza le vie aeree superiori e poi si diffonde attraverso il sangue raggiungendo le meningi. Talvolta l’infiammazione meningea può essere causata da una infezione localizzata in una sede limitrofa come ad esempio l’orecchio medio, l’orecchio interno o i seni paranasali. Altra possibilità è che in seguito ad una lesione traumatica della scatola cranica si crei una porta di accesso ai microorganismi che possono penetrare attraverso la ferita e creare infezione.

Le principali cause dei quadri di meningite possono essere virus, batteri o funghi. Occasionalmente le cause possono ritrovarsi in fattori irritativi, come ad esempio alcuni farmaci, lesioni fisiche o malattie sistemiche. 

I casi di meningite virale (ossia dovute a virus) sono generalmente a decorso più benigno, si risolvono in 7-10 gg e più raramente hanno gravi conseguenze. A oggi, i virus che possono provocarla con maggiore frequenza sono gli enterovirus e gli herpes virus. Di cosa si tratta nello specifico? 

  • Gli Enterovirus rappresentano un gruppo di virus che causano lievi infezioni intestinali e che possono diffondersi tramite la tosse, gli starnuti e il contatto (diretto o indiretto) con superfici contaminate. 
  • Gli Herpes virus sono una categoria di virus abbastanza vasta. La loro caratteristica è che una volta che si sono insediati all'interno del paziente infettandolo, non lo abbandonano e si nascondono in una qualche sua cellula (infezione latente) per ripararsi dalla reazione immunitaria. Tra gli herpes virus, quello maggiormente associato a meningite è il cosiddetto herpes simplex virus, noto per la capacità di causare herpes labiale e herpes genitale.

Soprattutto per chi ha dei bambini è importante ricordare che il virus del morbillo, della rosolia e della parotite hanno rappresentato una causa abbastanza importante per forme di meningite fino all'avvento dei vaccini contro questi stessi virus. A oggi, infatti, il rischio e la presenza di infezioni ha subito una drastica riduzione. 

 Le meningiti di origine batterica o la cosiddetta meningite fungina sono più rare ma estremamente più serie e con conseguenze anche fatali. La meningite con origine batterica è meno comune ma particolarmente pericolosa, in quanto può avere delle conseguenze permanenti se non, addirittura, causare la morte del paziente. I principali batteri che possono causarla sono: 

  • Neisseria meningitidis (o meningococco): è l'agente batterico responsabile delle forme di meningite più acute. Nonostante ci siano diversi tipi di meningococco, solo alcuni solo pericolosi per via delle conseguenze e degli effetti che possono lasciare sul paziente. Nella fattispecie, i sottotipi che possono produrre un'infiammazione a livello delle meningi, con esiti anche letali, sono: il meningococco A, il meningococco B, il meningococco C, il meningococco W135 e il meningococco Y.
  • Pneumococco
  • Stafilococchi e streptococchi

Per molti degli agenti patogeni batterici esiste, fortunatamente, un vaccino.

Come ci si accorge e cosa succede: 

Il quadro clinico di presentazione della meningite è fortemente dipendente dall’età del bambino. La regola generale è che più è piccolo il bambino più i segni della meningite sono atipici e/o sfumati.

  • Nel lattante i segni classici sono febbre, convulsioni, sopore, irritabilità e fontanella tesa e bombata.
  • Nel bambino (così come nell’adulto) le prime manifestazioni sono costituite da: febbre, cefalea intensa (mal di testa), vomito, fotofobia (fastidio alla luce), convulsioni.

Altre manifestazioni che possono essere associate a casi di meningite sono: irritabilità, sonnolenza, letargia fino al coma, comparsa di petecchie (piccole emorragie a “capocchia di spillo”) o altri tipi di emorragia (segni più caratteristici della meningite causata dal meningococco);

A mano a mano che procede l’intensificarsi dell’infiammazione delle membrane meningee compaiono la rigidità nucale e due segni clinici classici: il segno di Brudzinski (da paziente supino si tenta di far flettere la testa sul petto: il segno è positivo se con tale manovra il paziente flette le gambe) e il segno di Kerning (da paziente supino si tenta di flettere le gambe tese sul bacino: il segno è positivo se tale manovra evoca dolore e il paziente flette la gamba sulla coscia).

La diagnosi di questa malattia si basa, oltre che sulla clinica, sull’esecuzione di una puntura lombare (rachicentesi) che viene eseguita per prelevare, analizzare il liquido cerebrospinale ed identificare in esso il microrganismo patogeno.

Come si cura

Il trattamento della meningite batterica è basato su una terapia antibiotica che viene scelta sulla base dei principali patogeni che possono causare la meningite. Solo l’analisi del liquor e l’identificazione del patogeno consentirà di eventualmente modificare la scelta terapeutica.

La prevenzione più efficace? Il vaccino anti-meningococco:

Il mezzo più efficace per prevenire la meningite batterica è la vaccinazione.

Attualmente le vaccinazioni disponibili per proteggersi dalle forme di meningite batterica sono: i vaccini contro il meningococco di tipo A, B, C, Y, W135, contro lo pneumococco e contro l’Haemofilus influenzae (HIB).

Esistono tre tipi di vaccino anti-meningococco:

  • il vaccino coniugato contro il meningococco di sierogruppo C (MenC);
  • il vaccino coniugato tetravalente, utile verso i tipi A, C, W e Y;
  • il vaccino contro il tipo B, che protegge solo e soltanto da questo.

Per quanto riguarda lo pneumococco, invece, esistono più di 90 tipi di pneumococco ma il vaccino protegge da quelli che più frequentemente sono causa di malattia.

Esistono diversi tipi di vaccinazione anti-pneumococcica (PCV- Pneumococcal conjugate vaccine):

  • Il 23-valente: utilizzabile soltanto nei bambini sopra i due anni di vita e negli adulti;
  • Il 13-valente (PCV13 che protegge nei confronti di 13 ceppi di pneumococco).

In alcuni paesi è stato effettuato uno switch dal PCV13 al PCV-10 (che protegge contro 10 ceppi di pneumococco e non 13): in Italia è in corso una valutazione sulla opportunità di effettuare tale switch anche sulla base della variabilità epidemiologica dell’infezione da pneumococco nei diversi paesi.

Il vaccino anti Haemophilus Influenzae di tipo B (HIB) si somministra, nel corso del primo anno di vita, all’interno del cosiddetto “esavalente”, così chiamato perché contiene 6 vaccini: Difterite-Tetano-Pertosse-Polio-Epatite-HIB. Con l’introduzione della vaccinazione con l’uso del vaccino esavalente i casi di meningite causati da questo batterio si sono ridotti moltissimo.

La miglior protezione contro la meningite che puoi offrire al tuo bambino è dunque costituita dalle VACCINAZIONI: controlla il suo “libretto delle vaccinazioni” e se qualcosa non torna rispetto a quanto hai letto chiedi aiuto al pediatra.

Meningite fulminante, batterica o virale: qual'è la diagnosi?

Le difficoltà nel diagnosticare una meningite sono dovute al fatto che, in fase iniziale, i sintomi potrebbero essere confusi con quelli di una semplice influenza. In genere, per essere certi di riconoscere in tempi brevi un caso di meningite sono fondamentali: 

  • Esame obiettivo: questo esame prevede che il medico visiti il paziente ricercando eventuali segni clinici visibili esternamente e interrogandolo sui sintomi che percepisce. Chiaramente se si tratta di un bambino, saranno io genitori a dover riportare i sintomi che osservano sul piccolo. Le domande più comuni ma anche più efficaci riguardano il chiedere in cosa consiste la sintomatologia, quando sono apparsi per la prima volta, se ci sono stati contatti stretti persone con sintomi simili e se il paziente trascorre molto tempo in luoghi affollati come le scuole. 
  • Esami del sangue: cosi facendo si può risalire al tipo di agente infettivo che ha scatenato l'infezione
  • Puntura lombare: consiste nel prelevare un campione di liquido cerebrospinale (o liquor) e nella sua analisi di laboratorio. Cosi come per gli esami del sangue, la puntura lombare è di supporto nell'individuazione della presenza di un agente infettivo che ha scatenato l'infiammazione. 
  • Test strumentali: servono a chiarire le conseguenze dell'infezione fino a quel momento e ad avere conferma della presenza di un agente infettivo scatenante. Solitamente in questo caso si ricorre ad una TAC cerebrale o un Rx toracica.

Dott.ssa Valentina Decimi – Salvagente Italia

Salvagente Italia è un’Associazione di Promozione Sociale nata nel 2013 dall’impegno di Mirko Damasco, Filippo Castelli e Silvia Riboldi con lo scopo di diffondere la cultura del Primo Soccorso in Italia grazie a corsi ed eventi accessibili a tutti. Scopri di più