La mia gelosia verso la sorella più piccola era stigmatizzata e condannata come sentimento negativo e non giusto: questo giudizio ha messo profonde radici dentro di me e mi ha influenzato per molto tempo. Perché ero gelosa? E se non era giusto, cosa potevo fare?

 

Semplicemente non potevo. Ero una bambina. Non avevo gli strumenti per superare questo sentimento o per comprenderlo. Mi sentivo una bambina cattiva: una sensazione melanconica e aspra, anche ad anni di distanza.

 

La mia esperienza mi ha aiutato molto quando sono nati i gemelli, il cui rapporto simbiotico è caratterizzato da rivalità e gelosia intense. Ho fatto scelte consapevoli e attente ai loro bisogni.

Li ho osservati interagire, abbracciarsi, accarezzarsi per poi velocemente passare alle mani e alle urla reciproche. Ancora oggi si cercano e si combattono. È la battaglia della nostra quotidianità.

Quando è nato Lorenzo, la gelosia è peggiorata, non solo avevano un gemello-rivale ma era arrivato anche il terzo incomodo. Sono stati mesi difficili, a tratti la tentazione di cedere alla punizione è stata forte.

Appena nato, lo hanno guardato e hanno detto all’unisono “bruttino, eh!”.

 

Buongiorno gelosia! È ormai una cara amica di famiglia.

 

La gelosia, la paura di essere amati di meno del fratello dai propri genitori, il timore di non essere più visti, considerati da mamma e papà crea una situazione emotiva di panico nei bambini. Sono tristi e infelici, spesso sorgono difficoltà di autostima, perché la domanda naturale che si fanno è “ma non bastavo io?”.

 

Non ci sono spiegazioni razionali che possano tranquillizzare un bambino che teme di non essere adorato dalla propria famiglia. Il tempo e piccole strategie lo aiuteranno ad accettare questo sentimento così dirompente per la sua sicurezza interiore, e a distaccarsene pian piano.

Qualche suggerimento per aiutare i nostri piccoli:

 

  • <::marker> No al confronto tra grande e piccolo, ognuno di loro è una personcina diversa con le sue qualità da elogiare e i suoi bisogni da soddisfare. Il confronto li rende insicuri.
  • <::marker> Sì al tempo speciale dedicato a ciascun figlio, dedicato ad attività che ama fare con voi: leggere, giocare, andare al parco o semplicemente chiacchierare insieme. Li fa sentire speciali ed amati, rafforzando la loro sicurezza.
  • <::marker> Sottolineate i vantaggi di ciascuna età per farli sentire speciali. I grandi ad esempio possono andare in bicicletta senza rotelle o andare a letto più tardi.
  • <::marker> Non responsabilizzateli mai. Dire loro “sei grande, adesso devi dare l’esempio” equivale a dargli un peso non adeguato alla loro età: sono bambini, non piccoli adulti.
  • <::marker> Aiutateli ad amarsi tra di loro non schierandovi con nessuno se litigano, intervenite con autorevolezza ricordando le regole di casa, comuni per entrambi come “non si usano le mani” e magari indicategli la via per una soluzione condivisa. Per esempio, se il piccolo non vuole ridare il gioco al grande, suggerite un baratto.
  • <::marker> Non imponete affetto con frasi come “devi volergli bene, è tuo fratello”. E se esprimono sentimenti negativi come l’antipatia, abbracciateli e magari coccolateli con la comprensione: non è facile dividersi l’amore di mamma e papà.

 

Perché la gelosia è naturale come sentimento, anche i piccoli sono gelosi dei più grandi. Addirittura è importante anche l’ordine di nascita, il più grande soffrirà perché i piccoli sono più liberi da aspettative e doveri, il figlio di mezzo sarà un ponte tra i due, e il piccolo spesso è il più coccolato ma anche il meno responsabilizzato, che spesso sente di non essere all’altezza degli altri.

Normalizzare il loro sentimento è la strada giusta, può aiutare anche un libro, come “Giorgio, il drago geloso” di Geoffrey de Pennart o “Allegria, Gelosia! Per piccino che tu sia” di Lucia Scuderi, due libri divertenti che alleggeriscono questo sentimento.

 

In conclusione, oggi, dopo 3 anni dalla nascita di Lorenzo, la gelosia c’è ancora; il nostro impegno quotidiano di genitori ha comunque pagato perché spesso giocano insieme, litigano ma non ci chiamano per intervenire. Si accapigliano ma si difendono tra di loro. Il piccolo adora i grandi, che lo coccolano.

Il più grande segreto per farli sentire complici, lo abbiamo scoperto con il tempo, è non favorire nessuno dei 3 quando c’è una litigata, ma sgridarli tutti. Si stringono tra di loro in un’alleanza fortissima e si difendono come una banda di amici. 

 

 


 

Arianna Orazi

 

Arianna, blogger e zingara senza scarpe, madre di Tommaso e Flavia, gemelli di 7 anni, e di Lorenzo (detto "Nanuzz"), di 2 anni. Bilingue, trimamma, monogama ed eclettica, naviga nel suo labirinto creativo di fettuccia e scrittura, lavoro e famiglia, alla ricerca del filo che annodi tutti i suoi interessi.

 

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