Come medicare il moncone ombelicale dei neonati
Aggiornato il 02 Giugno 2022
Il taglio del cordone ombelicale Γ¨ tra i momenti piΓΉ emozionanti del parto, soprattutto se a farlo Γ¨ il papΓ . Γ il primo gesto che viene compiuto quando il bimbo lascia la pancia della mamma, per affacciarsi alla vita. CiΓ² che resta del cordone, il cosiddetto βmonconeβ, va perΓ² medicato e pulito a dovere fino alla sua caduta, per evitare infezioni e per assicurare la corretta guarigione dellβombelico.
Come effettuare la medicazione del cordone ombelicale? Ecco tutto ciΓ² che cβΓ¨ da sapere.
Che cosβΓ¨ il moncone ombelicale
Alcuni minuti dopo il parto si procede al clampaggio e alla successiva recisione del cordone ombelicale. Il moncone residuo va incontro ad un fisiologico processo di mummificazione della durata di 7-10 giorni, durante il quale cambia colore (dal verde giallastro al marrone e al nero), fino a staccarsi completamente, lasciando la cicatrice ombelicale.
Il moncone ombelicale, in condizioni di scarsa igiene e/o non corretta cura, puΓ² rappresentare il punto di partenza per infezioni locali (onfaliti) o sistemiche (sepsi): per minimizzare tale rischio, oltre alla messa in atto di corrette procedure di medicazione, risulta vantaggioso optare per quelle pratiche che riducono il tempo di distacco, diminuendo contestualmente le probabilitΓ di esposizione a germi patogeni.
Come effettuare la medicazione del cordone ombelicale
Sebbene possa apparire banale, la prima accortezza Γ¨ quella del lavaggio accurato delle mani da parte di tutti coloro che si occupano dellβassistenza del neonato (operatori sanitari, familiari): ciΓ² riduce drasticamente il rischio di infezioni. Tra di esse la piΓΉ grave Γ¨ il tetano neonatale, ancora oggi causa di elevata mortalitΓ soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
Esiste unβampia letteratura relativa alle procedure per la medicazione del moncone ombelicale che risentono delle differenze geografiche e dei progressi scientifici (medicazioni con alcool, clorexidina, acqua ossigenata, zucchero salicilato, polvere di arnica-echinacea etc.). Lβobiettivo comune di queste differenti metodiche Γ¨ comunque quello di velocizzare βla cadutaβ del moncone e di prevenire le possibili infezioni. Peraltro, in condizioni che garantiscono unβidonea pulizia degli ambienti e promuovono lβallattamento materno esclusivo, il trattamento piΓΉ efficace risulta quello di mantenere il moncone asciutto e pulito, coperto da una garza, senza lβapplicazione di sostanze medicamentose/cicatrizzanti, sfruttando il potere di autoriparazione dei tessuti umani. Nel caso in cui il moncone cosΓ¬ trattato entri in contatto con feci e/o urine Γ¨ sufficiente lavare la zona con acqua e sapone, asciugare ed applicare una garza pulita.
Tuttavia, considerati i tempi di ospedalizzazione sempre piΓΉ brevi, la miriade di informazioni contrastanti ed incontrollate reperibili sul web e i consigli delle βamicheβ, i neogenitori possono trovarsi in difficoltΓ . Soprattutto se sono alla prima esperienza, e si trovano a gestire una quotidianitΓ fatta di pianti da interpretare e di tanti piccoli gesti di cui non sono esperti.
Cordone ombelicale del neonato, a cosa prestare attenzione
La prima cosa da ricordare Γ¨ che il moncone ombelicale non ha terminazioni nervose; pertanto, la sua manipolazione non puΓ² causare dolore. Anche qualche goccia di sangue e/o di secrezione sierosa rientra nella normalitΓ e non deve allarmare. Quindi, fisiologicamente, piΓΉ viene lasciato allβaria (non coperto dal pannolino) e meglio Γ¨, ai fini di una piΓΉ rapida mummificazione.
Anche sul bagnetto, prima della caduta, vi sono pareri contrastanti: personalmente consiglio di lavare la zona con acqua ed un sapone delicato in caso di presenza di secrezioni, feci, urine, evitando quindi lβimmersione totale ed avendo lβaccortezza di asciugare accuratamente il moncone, tamponando delicatamente o arieggiando lβarea sventolando un cartoncino. Quando cade il moncone ombelicale? Nella quasi totalitΓ dei casi, a distanza di 7-14 giorni dal parto.
CiΓ² detto Γ¨ importante elencare, seppur sinteticamente, le situazioni (non frequenti) che richiedono di consultare il pediatra, in quanto possibili manifestazioni di problemi da approfondire:
- arrossamento della zona ombelicale;
- sanguinamento protratto;
- presenza di secrezioni purulente, accompagnate o meno da odore sgradevole;
- comparsa di febbre e/o di torpore, inappetenza, scarsa reattivitΓ .
Un cenno a parte merita, in quanto relativamente frequente, il granuloma ombelicale. Tecnicamente si tratta di una sovrabbondanza del tessuto di granulazione, deputato alla riparazione/cicatrizzazione di ferite e lesioni. Si manifesta come unβescrescenza moriforme, rossastra, che nasce dal fondo della cicatrice ombelicale e compare successivamente alla caduta del moncone. PuΓ² associarsi a modesta secrezione mucosa e/o sanguinamento. BenchΓ© possa avere un aspetto βpreoccupanteβ, regredisce con un breve trattamento locale ed indolore (toccature con nitrato dβargento da parte del pediatra).
Concludo facendo un breve cenno allβernia ombelicale, relativamente frequente nei prematuri ma anche in neonati fisiologici. Si presenta come un rigonfiamento, di dimensioni variabili e di colore rosso-bluastro, riducibile con una minima pressione esercitata con un dito nella regione ombelicale. La causa Γ¨ rappresentata da unβeccessiva ampiezza o mancata chiusura dellβanello ombelicale, alla quale puΓ² associarsi una parziale diastasi dei muscoli retti addominali. A differenza delle altre ernie (inguinali, crurali) regredisce in genere spontaneamente con la crescita e non va quasi mai incontro a complicanze. Γ quindi sufficiente un atteggiamento di monitoraggio clinico e di vigile attesa.