Quando ti danno in mano il tuo bambino per la prima volta, la domanda che ti viene spontanea è “E adesso?”. Le istruzioni non ci sono e nessuno sa decodificare i suoi bisogni e i suoi modi di comunicare.

Passano i mesi, prendi “confidenza” con quella personcina e subito ti si presenta una grande sfida: lo svezzamento. Se fino a quel momento, soprattutto nel caso in cui il piccolo fosse allattato al seno, l’unico segnale era il pianto affamato, ora bisogna badare a tutto, avvicinare i sapori in modo progressivo, verificando che ogni alimento non dia reazioni allergiche.

Ed ecco quindi che ti trovi al tuo primo contatto con la possibilità di intolleranze e allergie, che sai che si potranno verificare in qualsiasi momento della vita e con le quali forse non hai mai avuto esperienze dirette.

La difficoltà maggiore, per una mamma, sta nell’individuare quale sia la causa di quella strana reazione che si è sviluppata improvvisamente in un sonnecchioso pomeriggio. In mezz’ora il tuo bambino si riempie di ponfi e non sai da che parte girarti né tanto meno cosa fare. Il pediatra ti dice che potrebbe trattarsi di un’allergia, di provare a d eliminare un cibo per volta nei giorni successivi e di reinserirlo in modo graduale. Di qui inizia un percorso che ti porterà a scoprire cosa abbia generato questo episodio, in modo da prevenire reazioni in futuro.

Ciò accade a livello medico, ma cosa capita nella testa di una mamma? È inutile che scriva che bisogna mantenere la calma, questo in modo razionale lo sai. Ma istintivamente sei ansiosa e preoccupata, parenti e amici ti raccontano di conoscenti che hanno sviluppato in età pediatrica qualsiasi tipo di intolleranza, non potendo più mangiare molti alimenti. Ti ricordi quando eri incinta e tua suocera ti raccontava di travagli di 95 ore? Ecco, capita di nuovo la stessa cosa. Ora tutto ciò che devi fare è mantenere un’attenzione selettiva:

·      non ascoltare le esperienze altrui, che ti confondono e ti agitano senza essere di alcuna utilità;

·      osserva con scrupolo l’evoluzione della reazione e scrivine le fasi man mano che si presentano, in modo da essere precisa 

       nella descrizione al pediatra;

·      non spaventare il bambino, rassicuralo;

·      non buttarti su internet a cercare informazioni, ti agiteresti senza nessuna ragione per farlo;

·      ascolta attentamente le istruzioni del pediatra e non avere paura a fare domande su ciò che non hai capito;

·      monitora la situazione e, se vedi un peggioramento netto, porta il bambino al pronto soccorso dopo esserti confrontata con il 

       pediatra.

 

Le intolleranze e le allergie, dopo aver avuto un picco, gradualmente diventano trasparenti fino alla successiva assunzione del cibo che le ha causate. È qui che il tuo ruolo diventa fondamentale per trasformarti in uno Sherlock Holmes dell’alimentazione di tuo figlio. È qui che devi tirare fuori le tue capacità di osservazione e mettere da parte l’ansia. È in questa fase che il pediatra chiederà la tua collaborazione per scoprire piccoli sintomi e tracce.

Con i test allergologici, poi, scoprire ciò che causa disturbo al tuo bimbo sarà semplice.

E anche in questa fase, metti da parte la preoccupazione: appena si scoprirà qual è l’alimento che crea disagio al tuo bambino, potrai con pochi accorgimenti risolvere la situazione.

Una mamma serena è anche una mamma più lucida e collaborativa, non credi?