Tutto sulla fase della lallazione: a quanti mesi parlano i bambini?

Cos'è la lallazione? A dircelo è la parola stessa: si tratta del processo che porta il neonato a pronunciare le prime sillabe, nonché l'inizio del percorso che lo porterà a imparare a parlare e a farsi comprendere dalle persone intorno a lui pronunciando le sue prime parole.
Ta-ta-ta, ma-ma-ma, pa-pa-pa sono solitamente le prime sillabe pronunciate dal bambini: si tratta dei suoni con i quali i neonati cominciano a parlocchiare, relazionandosi con le proprie capacità e, soprattutto, con il mondo esterno.
La lallazione, insomma, è un processo fondamentale e finalizzato all'apprendimento del linguaggio: benché sia un fenomeno fisiologico, i genitori possono favorire la lallazione e, conseguentemente, aiutare il bebè in tutto il processo che lo porterà a pronunciare la sua prima parola di senso compiuto.

Quando inizia la lallazione?

La lallazione ha inizio indicativamente dal quinto/sesto mese del neonato e si protrae solitamente fino al nono/decimo mese. Si tratta di un periodo di fervente sviluppo cognitivo e psico-motorio del bebè. Il piccolo controlla meglio i movimenti del suo corpo e impara ad usare le manine, riesce a percepire gli altri, cominciando a comprendere la differenza tra lui e chi vive intorno a lui.
Sono mesi di fervente consapevolezza: il neonato sente l'esigenza di esprimersi e passa dall'uso delle sole vocali (fase delle vocalizzazioni) all'uso concomitante delle consonanti.
Ovviamente la lallazione può avere un inizio diverso da bambino a bambino: se, però, la lallazione ritarda fino (e oltre) i 12 mesi di età del bebè è fondamentale che i genitori ne parlino con il pediatra di fiducia.

Come riconoscere e stimolare la lallazione nel neonato

L'atto del lallare è un processo fisiologico e normale, ma i genitori possono fare tanto per aiutare il bambino a emettere suoni articolati. Il primo consiglio, ovviamente, è quello di sfruttare la capacità di comunicazione: ascoltandovi, il piccolo imparerà a far propri i suoni, a riconoscerli e a catalogarli. Ogni neonato, insomma, è avido di parole: cercate di parlargli in ogni occasione cambiando anche il tono della voce, proprio come fareste con un adulto: mentre lo cambiate, mentre gli fare il bagnetto o mentre lo fate mangiare. Oltre a essere rassicurante, sarà anche un modo per fargli prendere confidenza con i suoni.
Se il vostro bimbo ha già cominciato a lallare, non abbiate paura di ripetere i suoni che produce: questo gli farà capire che ha tutta la nostra attenzione rivolta a lui e, soprattutto, lo esorterà a "comunicare" con noi. Ripetete i suoni che produce e, magari, introducetene di nuovi.
La lallazione, come abbiamo visto, porta allo sviluppo del linguaggio vero e proprio: e il linguaggio, oltre che dalle parole, è composto anche da toni, tonalità e soprattutto intenzioni. Ecco perché è importante - anche durante la lallazione - che mamma e papà utilizzino con il proprio bambino tonalità diverse e toni differenti, ognuno dei quali volto a comunicare una differente intenzione: felicità, rimprovero, gioia e serietà non dovranno mai mancare quando si parla con il proprio bambino che, in questo modo, riuscirà a comprendere e fare proprie le diverse modulazioni tipiche di ogni linguaggio.

Assenza di lallazione: quando preoccuparsi del ritardo o se il neonato non lalla?

L'atto del lallare è un segno positivo: rumori e suona che all'apparenza possono non avere senso sono indice che le funzioni cognitive e del linguaggio del bimbo si stanno sviluppando.
Ogni bambino ha il suo ritmo per imparare a parlare ma, conoscere le fasi generali dello sviluppo del linguaggio può aiutare a capire se tutto procede nella norma o se potrebbe essere necessaria la valutazione da parte di uno specialista, ad esempio il logopedista. Di seguito alcuni punti chiave del processo di lallazione che possono essere utili:

Un bambino di 3 mesi:
  • Sorride alla mamma in quanto la riconosce
  • Inizia a fare dei versi
  • Sorride o sta in silenzio quando gli si parla
  • Riconosce la voce della mamma
  • Piange in modo diverso in base al bisogno che deve comunicare
Un bambino di 6 mesi:
  • Emette suoni quando gioca o anche se è da solo
  • Produce suoni differenti o balbetta
  • Inizia ad esprimere, attraverso la voce, il disagio o il piacere
  • Comprende i cambiamenti nel tono di voce delle altre persone
  • Presta attenzione alla musica
Un bambino di 12 mesi:
  • Imita i suoni che ascolta con buona qualità
  • Pronuncia le prime parole (solitamente mamma o papà)
  • Comprende istruzioni semplici (ad esempio: si avvicina se chiamato)
  • Riconosce il nome degli oggetti più comuni
  • Guarda nella direzione di arrivo di un suono

Arrivati poi ai 18 mesi il bambino dovrebbe essere in grado di seguire semplici indicazioni, riconoscere il nome degli oggetti, persone o parti del corpo e pronunciare all'incirca una decina di parole. Nel caso in cui il bimbo non risponde agli stimoli del linguaggio o non mostra interesse nello sviluppo del linguaggio e nell'ascolto e non reagisce se interpellato o alle frasi che gli vengono dette, allora sarebbe il caso di chiedere il parere di uno specialista o di un logopedista.

Lallazione canonica e lallazione variata: qual'è il significato?

Possiamo suddividere il processo della lallazione in due macro fasi:
  • La lallazione canonica è la produzione di una sequenza di sillabe ripetute. Nella maggior parte dei casi la prima vocale prodotta è la "a" in quanto è la più semplice. Le prime consonanti invece sono quelle foneticamente simili tra loro per la modalità di produzione come "m", "p", "b"
  • La lallazione variata subentra intorno ai 9-10 mesi ed è quella fase di vocalizzazioni dove il bambino inizia a combinare suoni e sillabe più articolate, producendo una forma di linguaggio di buona qualità. La lunghezza e la complessità delle sillabe pronunciate inizia ad aumentare e compaiono i primi suoni simili a parole che magari non hanno un vero e proprio significato ma lo assumono in determinati contesti (ad esempio: "cucù" riferito all'atto di nascondere il viso tra le mani).