Vai direttamente ai contenuti

Dallo scarabocchio al disegno

Aggiornato il 27 Ottobre 2022

Dallo scarabocchio al disegno

Come abbiamo visto negli articoli precedenti, il movente da cui lo scarabocchio trae origine è l’imitazione dell’adulto e la relazione con lui. Dopodiché il bimbo si scopre capace di tracciare delle linee e questo lo gratifica; non rappresenta gli oggetti in maniera casuale, ma sceglie le situazioni che attraggono la sua attenzione e che lo emozionano.

D’altronde è immerso in una realtà che si muove e fa rumore – persino dentro di sé percepisce qualcosa che si muove e sente il rumore dei sentimenti – e nell’attività grafica questo viene inizialmente espresso mediante il cosiddetto “scarabocchio onomatopeico”. Si tratta di un qualunque tracciato la cui caratteristica è di essere accompagnato, durante la sua esecuzione, da un'espressione onomatopeica. Per i piccoli artisti, la linea si muove, produce fantasia e rende visibili le azioni.

Quando, poco per volta, interviene la deambulazione eretta, si innescano una serie di progressi concatenati tra loro. Imparando a camminare, un bambino può rivolgere uno sguardo maggiormente ampio verso il mondo circostante; più cresce, più si accorge che oltre alle reazioni che le cose suscitano in lui, esse sono dotate di caratteristiche indipendenti dalla sua interazione e dal suo atteggiamento affettivo, come per esempio la forma e il colore. Inizia dunque a maturare una conoscenza fisico-geometrica e cambiano le esigenze rappresentative: le proprietà dinamiche non sono più sufficienti a descrivere, occorrono delle qualità formali.

Poco per volta, la linea dello scarabocchio evolve fino a diventare la linea del disegno; nasce così il contorno, che a questo stadio non ha ancora l’intento di rappresentare fedelmente la realtà, ma di renderla vera agli occhi del bambino e coerente con l’organizzazione mentale della sua età. Ricordiamoci, infatti, che nello stesso periodo sta anche sviluppando il linguaggio e se lo scarabocchio esprimeva soprattutto l’azione, ora con la parola il bambino introduce gradualmente il soggetto dell’azione, con evidenti conseguenze anche nel disegno.

disegno bambino

 

tata maschio

Lorenzo Naia @latatamaschio

Dopo una laurea in psicologia e una vita da – come piace dire a me – tata maschio, oggi continuo a occuparmi di infanzia, attraverso le parole. Sono autore per bambini e ragazzi, creative director per progetti family friendly e contributor per portali web e riviste. Racconto il mio punto di vista su www.latatamaschio.it e la mia icona di stile rimane sempre Mrs. Doubtfire!