Il controllo sfinterico rappresenta una tappa fondamentale nello sviluppo neuro-evolutivo del bambino e costituisce un grande traguardo nel percorso di raggiungimento dell’autonomia e di traslazione dall’epoca neonatale.

Premesso che ogni bambino raggiunge la capacità di controllare gli sfinteri in modo autonomo ed in momenti differenti, si può ragionevolmente individuare nella fascia di età 18-24 mesi quella nella quale genitori e bambino insieme possono iniziare ad intraprendere il percorso di abbandono del pannolino. Ho enfatizzato il concetto che si tratta di un momento di passaggio da vivere insieme perché se è vero che il bambino deve mostrare una certa sensibilità nei confronti degli sfinteri (ad esempio inizia a dire pipì o cacca dopo averla fatta, oppure ad accovacciarsi, a toccare il pannolino etc.), i genitori devono essere in grado da una parte di cogliere questi segnali e dall’altra di scegliere il momento più adatto; difficilmente, infatti, un tentativo messo in atto in un momento di stress/impegno familiare importante (problemi lavorativi, trasloco, nascita di un fratellino, inserimento al nido), potrà avere successo, con il rischio di divenire fonte di frustrazione per tutti.

Un concetto fondamentale è quello che, una volta avviato il processo, questo non deve essere interrotto (salvo eventi eccezionali) e che non è previsto il “retro-front”. Ciò detto, è opportuno scegliere un momento nel quale la famiglia (mamma e papà) può dedicare un tempo sufficiente a sostegno di un percorso che, almeno nelle prime settimane, comporterà certamente la necessità di un surplus di pulizia, per raccogliere le “perdite” e per lavare biancheria, tappeti etc. In quest’ottica, anche la scelta della stagione può essere d’aiuto: in primavera/estate i bambini sono meno vestiti e quindi sarà più semplice procedere ai cambi di indumenti e loro stessi “soffriranno” meno in caso involontari “incidenti”. In genere si inizia a togliere il pannolino durante il giorno (il discorso notte si affronta in un momento successivo), per periodi prolungati (inizialmente si può mantenere solo per la nanna pomeridiana o per eventuali viaggi lunghi), sia in casa che quando si esce. Bisognerebbe evitare il più possibile di metterlo e toglierlo in base alle proprie necessità, perché ciò potrebbe confondere il bambino.

Può essere utile preparare il bimbo, leggendogli dei racconti o facendogli vedere dei disegni che in vario modo spieghino a cosa serva il vasino. Alcuni propongono di utilizzare direttamente il riduttore per il WC, per evitare il passaggio intermedio del vasino. Il problema è rappresentato dal fatto che, se non si tratta di un WC per bambini (per capirci, come quelli che si trovano negli asili nido o nelle scuole materne), il bambino, oltre a non essere comodo, non riesce ad appoggiare i piedi e di conseguenza non riesce ad esercitare la necessaria azione di torchio addominale, indispensabile per una corretta evacuazione e minzione.

Può certamente essere utile scegliere insieme il vasino, al fine di favorirne l’utilizzo. Soprattutto le prime settimane, dovrete essere voi ad accompagnare il vostro bambino verso il vasino, allungando via via i tempi (inizialmente ogni 20’, 30’) e senza esagerare nel tenervelo seduto (10’ può essere un tempo ragionevole), facendolo tornare a quanto stava facendo.

Successivamente, ricordatevi comunque di chiedergli ogni tanto, soprattutto se è impegnato a giocare, se debba fare la pipì o la cacca. Va da sé che inizialmente vi saranno degli “incidenti”, ma non bisogna scoraggiarsi per gli eventuali insuccessi e soprattutto non bisogna sgridare il bambino, spiegandogli invece, mentre lo si pulisce, che la prossima volta andrà meglio.

Ovviamente, ogni volta che il vostro bambino riuscirà a fare la pipì o la cacca nel vasino, dovrete gratificarlo e lodarlo, mostrando il vostro compiacimento per quanto ha fatto. È importante ricordare che il bambino considera le proprie deiezioni come una parte di sé ed è consigliabile quindi fargli vedere e salutare con la manina ciò che ha prodotto, prima di buttarlo nel WC.

È appena il caso di sottolineare, per evitare ansie e preoccupazioni inutili, che ogni bambino ha i suoi tempi, così come per le pappe, per i primi passi e/o per le prime parole: vi saranno pertanto bambini che riusciranno a lasciare il pannolino in una decina di giorni ed altri per i quali saranno necessari mesi. Ciò dipende da vari fattori, quali ad esempio l’età, la presenza di fratelli più grandi, situazioni familiari etc. Non fate paragoni e soprattutto non cedete alla tentazione di rimettere il pannolino: sarebbe frustrante sia per voi che per il vostro bambino.

Dr_Domenico_Careddu Dr. Domenico Careddu Medico Chirurgo, specialista in Pediatria Specialista in idrologia medica Master di II livello in fitoterapia Master di II livello in neonatologia