Cos’è lo svezzamento

Lo chiamiamo impropriamente “svezzamento” ma, visto che il termine svezzamento indicherebbe l’abbandono definitivo dell’assunzione di latte, sarebbe più corretto definirlo passaggio da una alimentazione esclusivamente a base di latte a una costituita da latte e altri alimenti…ovvero “alimentazione complementare”. Questa integrazione e questo passaggio sono necessari perché il latte (materno o di formula), a partire dai 6 mesi, incomincia a perdere gradualmente la sua completezza per ferro, alcune vitamine e sali minerali. 

 

Quando iniziare?

Attualmente non esiste un consensus sul momento ideale per l’inizio dello svezzamento: le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, riportate anche dall’American Academy of Pediatrics, raccomandano di proseguire con allattamento materno ESCLUSIVO fino a 6 mesi di vita ed iniziare a tale età a introdurre il primo cibo solido. Diversa è l’opinione dell’ ESPHGHAN, la Società Europea di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica, che consiglia di svezzare tra i 4 e i 6 mesi: da una serie di studi in ambito allergologico deriva infatti l’ipotesi che esista un «periodo finestra» (tra i 4-6 mesi) durante il quale il bambino potrebbe sviluppare, con maggiore probabilità, TOLLERANZA ORALE se sottoposto a esposizione agli antigeni alimentari, ovvero introducendo i cibi in questo “periodo finestra” il bambino potrebbe avere meno possibilità di sviluppare allergie alimentari. La buona regola che dovrebbe in ogni caso guidare mamma, papà e pediatra nella scelta del momento in cui iniziare lo svezzamento è la VALUTAZIONE DEL GRADO DI PRONTEZZA DELLO SVILUPPO DEL BAMBINO: per iniziare lo svezzamento il bambino deve mantenere la posizione seduta con minimo appoggio e la testa allineata la tronco, deve saper coordinare occhio-mano-bocca così da poter localizzare il cibo, afferrarlo e portarselo alla bocca ma soprattutto deve essere interessato al cibo! 

 

Svezzamento classico ed autosvezzamento: i pro e i contro.

Arriva per ogni mamma il momento in cui qualcuno le chiederà: “E tu? Farai svezzamento classico o autosvezzamento?”. Quali sono le differenze tra le due tipologie? Quali sono i pro e i contro?  E’ davvero necessario “scegliere” a priori?

La ricetta base dello svezzamento tradizionale è il brodo di verdure, fatto in casa, con progressiva aggiunta di ortaggi diversi e successiva introduzione di omogeneizzati o creme di carne e pesce, gli alimenti sono poi introdotti secondo un specifico timing definito dall’adulto. Questa tipologia di svezzamento comporta un maggiore controllo sull’equilibrio dell’alimentazione del bambino ed un minor rischio di soffocamento vista la prevalente somministrazione di cibi semiliquidi o comunque cremosi. Il rischio è quello di attuare un’alimentazione poco «responsiva» ai bisogni effettivi del bambino e più “controllante” da parte del genitore.

 

Nell’autosvezzamento il bambino mangia a tavola contemporaneamente ai genitori, il cibo proposto è lo stesso per tutta la famiglia, gli alimenti vengono opportunamente sminuzzati, tagliati a pezzettini, schiacciati per facilitare la masticazione da parte del bambino. Inoltre, per condividere il pasto con il loro bambino, i genitori vengono stimolati a cucinare sano, per se stessi e quindi per i loro figli, e offrire pasti bilanciati. Tra gli aspetti favorevoli abbiamo una maggiore frequenza dell’allattamento al seno, maggiore stimolazione della capacità di autoregolazione del bambino e maggiore partecipazione del bambino ai pasti familiari. Tra gli aspetti sfavorevoli vi sono: potenziale rischio di ridotto introito calorico e ridotta crescita e potenziale rischio di aspirazione delle vie aeree. 

È importante sottolineare che i diversi “stili di svezzamento” non devono essere intesi e visti come modelli “esclusivi” ma è possibile senza problemi adottare una strategia mista.

 

Le buone regole per uno svezzamento SICURO

Una delle prime paure che si insinua tra mamma e papà quando il bimbo inizia l’assunzione di piccoli pezzi solidi è quella del soffocamento dovuto ad una ostruzione accidentale da parte del cibo.

Indipendentemente dalla tipologia di svezzamento esistono delle buone regole da osservare durante lo svezzamento per avviarlo nella maniera più serena possibile e per ridurre la possibilità di incidenti come quello dell’ostruzione. 

 

Vediamo insieme le 5 buone regole dello svezzamento “sicuro”:

1) Non esiste un tempo per lo svezzamento che sia uguale per tutti i bambini: i genitori e i pediatra dovranno valutare insieme il livello di prontezza neuro e oro motoria del bambino;

 

2) Promuovete sempre la partecipazione ai pasti familiari: il bambino dovrebbe mangiare il più possibile a tavola con i genitori;

 

3)  Non lasciate mai il bambino da solo quando mangia: la prevenzione del soffocamento prevede una sorveglianza attiva da parte di un adulto che sappia intervenire in caso di ostruzione;

 

4) NON lasciate che il bambino mangi con distrazioni di vario tipo ad esempio mentre guarda la tv o gioca: non è un buon metodo educativo, sminuisce l’importanza della condivisione del momento del pasto e le distrazioni sono un forte fattore di rischio per l’ostruzione;

 

5) Per ridurre il rischio di soffocamento del bambino fate attenzione a due fattori:

a) LA QUANTITA’ DI CIBO: somministrare sempre cibo in piccole quantità, di piccole dimensioni, evitando che il bambino si riempia completamente la bocca

b) FORMA DEL CIBO: evitare la somministrazione di cibi di forma rotondeggiante (ad esempio carote tagliate a rondelle, caramelle rotonde e dure, acini d’uva interi) e tagliare il cibo in modo tale da evitare che possa diventare un “tappo” per le vie aeree del bambino.

 

Resta, infine, il consiglio valido per ogni mamma e papà alle prese con un bebè in fase di svezzamento (e non) di imparare le manovre di disostruzione per saper intervenire prontamente nel caso in cui un boccone vada di traverso e ostruisca pericolosamente le vie respiratorie.

 

 

Salvagente Italia

http://www.salvagenteitalia.org