Quante domande in merito… Posso andare in palestra? Posso andare in bicicletta? E il pilates? E il corso di nuoto a cui ero iscritta? E quest’inverno, qualche sciata?

È’ il buon senso a indicare come i cambiamenti fisici e morfologici che si verificano in gravidanza possano interferire con la capacità della donna di impegnarsi in alcune forme di attività fisica, e che sia da evitare un’attività che comporti un eccessivo impegno di energie, il rischio di traumi addominali e cadute o impatto fisico.

 

Gli studi tesi a definire e valutare un’attività fisica moderata, sotto il profilo del beneficio e del danno, sono pochi e di scarsa qualità.

Una revisione sistematica (11 trial di bassa qualità metodologica per 472 gravide in tutto) ha verificato l’efficacia di consigli mirati a persuadere le donne ad impegnarsi regolarmente in esercizi di aerobica 2-3 volte alla settimana. In 5 degli 11 trial inclusi è stato osservato un miglioramento dell’efficienza fisica nel gruppo di donne sedentarie che si dedicano a esercizi di aerobica per un’ora 3-4 volte alla settimana. Gli studi inclusi non consentono di definire precisamente danni e benefici per la salute materna o neonatale.

 

Un trial randomizzato non ha rilevato differenze nello sviluppo neurocomportamentale in bambini di un anno di età nati da madri che avevano praticato attività fisica in gravidanza. Una review di tre studi ha rilevato un’associazione fra immersione subacquea praticata in gravidanza, difetti congeniti e malattia fetale da decompressione.

 

I professionisti devono quindi informare le donne in gravidanza che iniziare o continuare  un’attività fisica moderata non è associato ad avventi avversi, ma che esistono comunque potenziali pericoli nell’esercitare un’attività sportiva che prevede un notevole impatto fisico e con il rischio di cadute e traumi addominali.

 

E fin a qui, la scienza ufficiale e i consigli del ministero della salute. Ma, allora, cosa consigliare serenamente?

Passeggiate, palestra moderata, nuoto, pilates con istruttore adeguato… Ciò che ripeto alle gravide è soprattutto di assecondare il proprio desiderio di muoversi, ma anche quel senso di affaticamento che suggerisce di fermarsi, di ascoltare il proprio cuore, il ritmo del cuore, di non fare una gara con se stesse per superare i limiti ragionevoli; di non poltrire sul divano divorando biscotti e bevendo coca cola, ma di non sforzarsi di correre nel parco come se fossero delle atlete e non delle donne in attesa di un bimbo

 

Il buon senso vince in ogni cosa, credo, e ancor di più conoscere i propri limiti e le proprie potenzialità. Buona passeggiata a tutte!

 

 


    

Dottoressa Patrizia Gementi

 

Dirigente dell’Unità di Ostetricia e Ginecologia presso l’Ospedale Buzzi di Milano

 

Studio Medico Associato Oldrini e Gementi (Piazza Libertà 2, 20010 Cornaredo MI)

 

Medical Center Buonarroti (Via Tiziano 9, 20145 Milano)