Avete mai sentito parlare di phubbing? Si tratta di un fenomeno di cui - purtroppo - ognuno di noi è sia vittima che carnefice, spesso inconsapevolmente. Partiamo prima di tutto dal significato. Consultando il dizionario Treccani scopriamo che il phubbing è: "L’azione di trascurare il proprio interlocutore fisico per consultare spesso, in modo più o meno compulsivo, il cellulare o un altro dispositivo interattivo."

Anche i genitori dovrebbero farsi un esame di coscienza: quante volte non avete alzato gli occhi dal cellulare mentre vostro figlio vi parlava? E quante volte i vostri figli non vi hanno dato retta perché erano totalmente immersi nelle attività su smartphone e device digitali?

Il phubbing può mettere in crisi il rapporto tra genitori e figli

Nessuno è esente da colpe, e anche la società in cui viviamo ha la sua dose di responsabilità: il cosiddetto multitasking colpisce ogni settore e il phubbing ne è diretta emanazione. Ma i pericoli sono dietro l'angolo, così come le conseguenze poco piacevoli.

Uno studio tutto italiano, realizzato dai ricercatori dell’Università Milano-Bicocca e pubblicato sul Journal of Social and Personal Relationship, ha analizzato il fenomeno e mostrato come gli adolescenti vittime di phubbing da parte dei genitori si sentano molto più sconnessi ed esclusi dalle dinamiche famigliari, con reazioni a catena che non si fanno fatica a immaginare.

Essere ignorati dai genitori a causa del muro (spesso inconsapevole) generato dalla continua interazione con un device tecnologico può far sentire letteralmente invisibili bambini e adolescenti che, al contrario, dovrebbero essere oggetto di solerti reazioni da parte dei genitori.

Il rischio, tuttavia, è anche quello opposto, soprattutto nelle situazioni in cui i bambini cominciano a possedere troppo presto un device tecnologico ad uso esclusivo. I bambini, completamente immersi nel mondo digitale, potrebbero arrivare ad escludere i genitori, anche quando interpellati: l’attenzione tutta rivolta allo smartphone li rende contemporaneamente vittime e carnefici di loro stessi.

Come evitare il phubbing in famiglia

Esiste una via d'uscita? Il phubbing si può combattere? La risposta, per fortuna, è positiva. L'uso compulsivo dello smartphone e dei device digitali in generale può essere superato con successo, così come il fenomeno del phubbing che ne deriva.

Per i genitori la parola chiave è “detox”: mamma e papà devono abituarsi - soprattutto in casa - a non portarsi sempre dietro il telefono e a non prestare attenzione a ogni singola notifica. Ecco qualche consiglio pratico: quando andate a letto, lasciate lo smartphone in cucina, riponetelo quando cenate o pranzate e silenziatelo quando state svolgendo un’attività con i vostri bambini, sia essa anche una semplice passeggiata.

Il processo può essere anche lento e graduale: staccarsi poco a poco dal telefono ve ne farà sentire meno la mancanza e, dall'altro lato, vi insegnerà a godervi pienamente il presente.

Le conseguenze saranno immediatamente visibili: i vostri bambini passeranno più tempo a parlare con voi, condividendo esperienze, gioie e timori. Dall’altro lato, poi, i piccoli avranno un ottimo esempio da seguire e saranno meno inclini a utilizzare la tecnologia e lo smartphone per riempire momenti “vuoti”. E allora cosa aspettate? E' arrivato il momento di spegnere il telefono e godersi la propria famiglia.