Ci sono due cose che non ho potuto dire di conoscere, dell’essere mamma, finché non ho avuto i miei figli tra le braccia: la fatica e l’amore.

Di fatica ne ho parlato molte volte: gli anni passati senza dormire una notte intera, i ricoveri di Matilde, Tommaso che era un bambino che richiedeva un’energia totale. E solo dopo mi sono potuta spiegare i visi stravolti delle amiche. Ma tutto passa: non è forse per me, già passato?

 

Ma prima ancora è arrivato l’amore. Un amore totale e assoluto che ti colpisce come un pugno allo stomaco, che ti fa piangere e ti fa ridere quando tuo figlio è ancora solo un minuscolo essere dentro di te. Il mio Tommy è arrivato in un momento complicato: e io sentivo la diffidenza delle persone intorno a me. Sentivo che giudicavano quel figlio che ancora non conoscevano: e ho capito come è possibile che un genitore sia pronto a dare e fare qualsiasi cosa per proteggere un figlio. Avrei voluto costruire un muro per proteggere noi due da tutto e da tutto, avrei voluto scappare. Ho lottato ogni secondo contro chi mi chiedeva di rinunciare a lui fino a quando non l’ho stretto tra le braccia. 

 

Come si può descrivere con le parole il sentimento che esce dall’anima quando abbracci tuo figlio, quando lo vedi crescere, quando accosti la tua guancia alla sua? È l’amore infinito di una mamma, è un fiume che fluisce cose forte che a volte ti scendono due lacrime dagli occhi, solo perché lui è vicino a te.

 

È tenere stretta la mano minuscola di tua figlia, accarezzare il suo collo fragile devastato dalla flebo e pregare che la tua vita fluisca nelle sue vene sfinite. È, se fosse possibile, mettere sul piatto la tua esistenza per risparmiare la sua, senza pensarci un attimo e con un sorriso sul volto.

 

 

L’amore infinito di una madre è quello che vedo negli occhi delle donne che scappano dall’inferno delle guerre, che scendono dalle navi malmesse con i figli in braccio, stupite di avercela fatta.  E mi specchio in quegli sguardi, e penso a quello che hanno sopportato e subito per quelle creature, e ancora una volta penso che l’amore di una madre può essere puro come acqua di fonte e infinito come il cielo. E benedetto chi può avere la fortuna di sperimentarlo nella vita. 

 

 

C’era una mamma – Daniela Zepponi

“C'era una mamma” è l'inizio di una storia, di una favola moderna, come si dice adesso. “C'era una mamma che aveva perso il lavoro dopo l'arrivo dei figli”. Oppure... “C'era una mamma che voleva scrivere, ma si era trovata a fare altro”. E infine “C'era una mamma che aveva capito di poter fare della scrittura il proprio lavoro ed essere felice”. E “C'era una mamma” sono io, Daniela Zepponi, marchigiana, digital strategist e blogger, mamma di Tommaso e Matilde: e C’era una mamma  è anche il nome del mio blog. Venite a scoprirlo!

 

www.ceraunamamma.it