Ho la fortuna di avere un compagno meraviglioso che, oltre a prendersi cura di me, è un padre premuroso, attento e sempre molto presente. Inevitabilmente, però, le maggiori responsabilità sono sulle spalle di noi mamme, che cerchiamo in ogni modo di riuscire a fare tutto e nel migliore modo possibile.

La mia bimba non ha ancora compiuto due anni e le sue esigenze non sono ancora così impegnative e dispendiose come praticare attività extrascolastiche, ma da quando lascia il nido ogni istante è dedicato a lei e ogni mia necessità è messa in stand-by.

 

Sono una libera professionista, mi occupo di arredamento d’interni e di eventi, e conciliare il lavoro e l’essere mamma, oltre tutto senza alcun tipo di aiuto da parte dei nonni che sono lontani, non è facile.

 Se al mattino non ho impegni di lavoro mi alzo, mi dedico a lei, la preparo e la accompagno a scuola. Poi rientro di corsa a casa ed inizio a sistemare al meglio tutto quello che, per eccessiva stanchezza, ho abbandonato la sera prima e a sistemare casa (ci vorrebbe un aiuto, ma troppo costoso per una famiglia in cui entrambe i genitori sono liberi professionisti e hanno troppe spese da sostenere).

Inizio poi finalmente a dedicarmi alle mie attività e spesso per non perdere tempo mi trovo a mangiare un boccone davanti al computer e a lavorare a testa bassa fino a quando il limite massimo di permanenza al nido mi obbliga ad andare a prenderla.

 

Mi sento così in colpa a tenerla fino alle 6 a scuola, anche se so che le piace e si diverte, ma poi appena mi vede mi corre incontro, mi abbraccia e mi bacia ed è come il dolore dopo il parto: tutto sparisce e non ti sembra di essere mai stata tanto bene ed aver provato una gioia più grande.

 Sono mamma da quasi due anni ed in questo periodo di emozioni così contrastanti ne ho vissute una quantità incredibile: attimi di gioia incontenibile e di sconforto assoluto, di serenità infinita e di paura incontrollabile.

 Essere genitore ė un lavoro full time che non ha corsi di formazione e nemmeno uno stipendio, ma una gratificazione enorme e difficilmente spiegabile.

Ogni attimo trascorso insieme regala infatti un momento magico.

I bambini hanno il dono più grande che possa avere l’essere umano, la spontaneità. Per loro tutti sono uguali, tutte le cose sono belle, i momenti felici meritano un sorriso, ogni cosa nuova è una scoperta e tutte le cose vanno studiate e osservate con cura.

 

Appena saputo di essere incinta ho sentito che sarebbe stata un femminuccia ed è nato immediatamente un rapporto stupendo. Le ho parlato per nove mesi in continuazione raccontandole cosa avrebbe incontrato nel Mondo che la aspettava, mi prendevo cura di lei mangiando nel modo più sano possibile, facevo movimento per aiutarla a crescere bene e la mia mano andava a proteggere la pancia appena si avvicinava qualcuno, se c’era troppa folla e quindi il rischio che qualcuno potesse venirmi addosso cresceva.

Oggi, dopo tanti mesi, le attenzioni sono magari cambiate adattandosi alle sue nuove necessità, ma quel senso di protezione e responsabilità diventa costantemente più forte.

Alle volte mi sembra già una donnina che va a scuola, gioca con gli amichetti al parco, corre sul monopattino, ma poi arriva quel momento in cui l’unica cosa che vuole e che chiama è “mamma” e mi basta prenderla in braccio e sentire il suo odore per rivivere l’emozione che ho provato la prima volta che me l'hanno riportata in camera dopo il parto.

 

I nostri primi giorni insieme sono stati molto particolari, soprattutto perché Mia è nata durante una forte alluvione che ci ha bloccate ed isolate in ospedale.

Ricordo soprattutto un giorno; sveglia alle 6 per la prima poppata, poi bagnetto alla nursery, visite di controllo e dopo aver fatto colazione sono andata a riprenderla al nido per tenerla con me in camera.

Con l'ospedale isolato chiaramente nessuno poteva venire a trovarci e così ci siamo dedicate a noi due... poppate extra, la nanna in braccio a me e non nella culla e poi i cambi alla nursery con dei lunghi e profumati bagnetti... i primi che le facevo io e non le infermiere.Chiaramente le troppe coccole mi sono valse una sgridata da parte delle ostetriche e delle infermiere perché secondo loro la stavo viziando e abituando a stare in braccio, ma mai dimenticherò la gioia e la serenità del nostro primo vero stare insieme. 

 

Anche il mio rapporto con Mustela è nato in quei giorni di ospedale.

Abbiamo iniziato dal Dermo Detergente per il bagnetto, che utilizza normalmente ancora oggi, e dal Physiobébé che teniamo sempre a portata di mano nel suo beauty, fino ad usare l’olio per il massaggio e da poche settimane anche l’acqua rinfrescante, soprattutto prima di andare a nanna: mia figlia è proprio una femmina vanitosa!

 

Per grandi e difficili prove che la vita mi ha riservato non pensavo che sarei mai diventata mamma, ma penso che senza questa esperienza non sarei diventata la donna che mi sento oggi.

 

 

Cristina Bernasconi