Come abbiamo visto negli articoli precedenti, il movente da cui lo scarabocchio trae origine è l’imitazione dell’adulto e la relazione con lui. Dopodiché il bimbo si scopre capace di tracciare delle linee e questo lo gratifica; non rappresenta gli oggetti in maniera casuale, ma sceglie le situazioni che attraggono la sua attenzione e che lo emozionano.

D’altronde è immerso in una realtà che si muove e fa rumore – persino dentro di sé percepisce qualcosa che si muove e sente il rumore dei sentimenti – e nell’attività grafica questo viene inizialmente espresso mediante il cosiddetto “scarabocchio onomatopeico”. Si tratta di un qualunque tracciato la cui caratteristica è di essere accompagnato, durante la sua esecuzione, da un'espressione onomatopeica. Per i piccoli artisti, la linea si muove, produce fantasia e rende visibili le azioni.

Quando, poco per volta, interviene la deambulazione eretta, si innescano una serie di progressi concatenati tra loro. Imparando a camminare, un bambino può rivolgere uno sguardo maggiormente ampio verso il mondo circostante; più cresce, più si accorge che oltre alle reazioni che le cose suscitano in lui, esse sono dotate di caratteristiche indipendenti dalla sua interazione e dal suo atteggiamento affettivo, come per esempio la forma e il colore. Inizia dunque a maturare una conoscenza fisico-geometrica e cambiano le esigenze rappresentative: le proprietà dinamiche non sono più sufficienti a descrivere, occorrono delle qualità formali.

Poco per volta, la linea dello scarabocchio evolve fino a diventare la linea del disegno; nasce così il contorno, che a questo stadio non ha ancora l’intento di rappresentare fedelmente la realtà, ma di renderla vera agli occhi del bambino e coerente con l’organizzazione mentale della sua età. Ricordiamoci, infatti, che nello stesso periodo sta anche sviluppando il linguaggio e se lo scarabocchio esprimeva soprattutto l’azione, ora con la parola il bambino introduce gradualmente il soggetto dell’azione, con evidenti conseguenze anche nel disegno.

disegno bambino

 

tata maschio

Lorenzo Naia @latatamaschio

Dopo una laurea in psicologia e una vita da – come piace dire a me – tata maschio, oggi continuo a occuparmi di infanzia, attraverso le parole. Sono autore per bambini e ragazzi, creative director per progetti family friendly e contributor per portali web e riviste. Racconto il mio punto di vista su www.latatamaschio.it e la mia icona di stile rimane sempre Mrs. Doubtfire!