La gravidanza extrauterina, o gravidanza ectopica, è condizione patologica in cui l'impianto dell'ovulo fecondato avviene in sedi diverse dalla cavità uterina. Quali sono i fattori predisponenti? Una pregressa chirurgia tubarica, infezioni pelviche, pregresse gravidanze extrauterine e trattamenti di fecondazione assistita.

Le gravidanze extrauterine vengono classificate in base al sito dell’impianto: nel 95% dei casi sono tubariche, in genere nella porzione dell’ampolla. Altri siti d’impianto, che rappresentano nel totale solo il 5% dei casi ma determinano la maggior parte delle complicanze più gravi, sono la porzione interstiziale della tuba, la cervice uterina, l’addome, l’ovaio e la pregressa cicatrice uterina di un taglio cesareo.

Dopo quanto si vede una gravidanza extrauterina

Dopo quanto si vede una gravidanza extrauterina? In genere i sintomi si avvertono dopo la quinta settimana dal concepimento, e sono simili a quelli di una normale gravidanza.

Per verificare se la gravidanza sta procedendo bene, e se dunque l’impianto non si è posizionato fuori dalla cavità uterina, il primo esame è rappresentato dal dosaggio delle Beta HCG che, attraverso un normale prelievo di sangue, riescono a diagnosticarla nel 90% dei casi. Successivamente, la conferma arriverà dall’ecografia transvaginale (TV). I segni ecografici possono comunque essere molto variabili, poiché dipendono dalla sede, dall’epoca gestazionale in cui viene effettuata l’indagine, dalla evolutività o dalla comparsa di sanguinamenti e/o immagini riferibili a lesioni secondarie.

In caso di gravidanza ectopica, non si rileverà il sacco gestazionale intrauterino. Si vedranno invece segni della reazione deciduale, ovvero della mucosa uterina che risponde alle sollecitazioni ormonali. Il riscontro di una camera gestazionale all’interno dell’utero esclude infatti la presenza di una gravidanza extrauterina, ad eccezione dell’evenienza, seppur remota, di gravidanza intra ed extra-uterina contemporaneamente presenti.

Fondamentale è che la mamma sia attenta ai sintomi sospetti: sanguinamenti anomali, un dolore localizzato a livello pelvico da un lato o dall’altro, un test di gravidanza dubbio sono potenzialmente sintomi di una gravidanza extrauterina. Una volta effettuato il test di gravidanza, il ginecologo consiglierà dunque di eseguire un esame dell’urine, e due prelievi a distanza di un paio di giorni per il dosaggio delle beta HCG (ormone in crescita in casi di gravidanza evolutiva).

Cosa fare in caso di gravidanza extrauterina

Se il ginecologo sospetta una gravidanza extrauterina, la condotta di vigile attesa è attuabile solo qualora la donna fosse stabile, i livelli della Beta HCG molto bassi, la gravidanza non fosse in evoluzione e non vi siano segni di versamento ematico nella pelvi. L’attesa consiste nel monitoraggio della Beta HCG fino alla quasi completa negativizzazione, associato a seriati controlli ecografici. Il parametro più importante è proprio il valore iniziale della Beta HCG, e l’attesa non è generalmente applicabile nelle gravidanze ectopiche non-tubariche.

Diverse sostanze sono state proposte per il trattamento medico della gravidanza ectopica. Tra queste, i risultati migliori li ha forniti il methotrexate (MTX). Introdotto per la prima volta come farmaco per il trattamento della gravidanza ectopica nel 1980, è utilizzato ancora oggi nella maggior parte dei casi. Si tratta di un farmaco in grado di inibire un enzima che interviene nel metabolismo dell’acido folico e di conseguenza interferisce con la sintesi del DNA, distruggendo le cellule in attiva moltiplicazione. In questo caso la terapia verrà somministrata in ambiente ospedaliero sotto stretto controllo medico.

Negli ultimi anni l’incidenza della “scar pregnancy", ovvero la gravidanza che si instaura in sede di cicatrice da taglio cesareo, ha subito un incremento a causa dell’aumento di tali interventi. La diagnosi precoce è importante per prevenire gravi complicanze quali massive emorragie e rottura dell’utero, ed evitare l’isterectomia e quindi la compromissione della capacità riproduttiva. In questo caso, la vigile attesa non è l’opzione migliore. Anzi, non intervenire con tempestività espone la donna al rischio di rottura con eventuale laparotomia ed isterectomia.

Il trattamento chirurgico è riservato alle pazienti che hanno controindicazioni o rifiutano il trattamento medico, nonché nei casi di pazienti emodinamicamente instabili e di fallimento della terapia medica. Il gold standard nel management chirurgico è oggi rappresentato dal trattamento laparoscopico, sia esso conservativo o demolitivo. La scelta del tipo di trattamento dipende da diverse valutazioni sia pre che intraoperatorie.

Dopo una gravidanza extrauterina si può portare a termine una gravidanza?

La capacità riproduttiva delle pazienti con pregressa gravidanza ectopica tubarica e il rischio di recidiva dipendono da numerosi fattori tra cui: approccio terapeutico, localizzazione della gravidanza extrauterina, anamnesi della paziente (pregressa storia di infertilità, pregresso utilizzo della spirale, pregressa gravidanza extrauterina, età).

Concludendo, la gravidanza extrauterina rappresenta una condizione potenzialmente letale, soprattutto perché se non riconosciuta e prontamente trattata, può essere causa di emorragia interna e shock ipovolemico, dovuti alla rottura dell’organo su cui è impiantata.

La diagnosi si basa fondamentalmente, oltre che sull’esame clinico, anche sul dosaggio ematico della Beta HCG e sull’ecografia transvaginale. In particolare quest’ultima ha assunto negli anni un ruolo sempre più importante nella diagnosi precoce della GE e questo non solo può salvare la vita alla paziente, ma anche ridurre il numero degli interventi chirurgici, permettendo l’utilizzo di terapie conservative mediche. Questo è fondamentale nella possibilità di preservare la capacità riproduttiva della paziente.

Dopo una gravidanza extrauterina, è possibile restare nuovamente incinte e portare a termine una gravidanza con successo. In caso di trattamento con metotrexate è però consigliabile aspettare almeno tre mesi prima di provare a concepire nuovamente.