Infezione comune a trasmissione diretta, la bronchiolite nei neonati va diagnosticata per tempo e curata in modo appropriato. A trasmetterla è in genere il virus respiratorio sinciziale (RSV), ma possono essere coinvolti anche altri virus quali coronavirus, rinovirus, adenovirus, virus influenzale e parainfluenzale. Tali virus, che normalmente provocano solo lievi sintomi in un adulto, possono causare problemi molto più severi nei pazienti più piccoli. Motivo per cui riconoscere le prime avvisaglie è importante.

Vediamo dunque come si manifesta la bronchiolite nei neonati, e qual è la terapia più indicata.

Bronchiolite nei neonati, cos’è e perché si manifesta

La bronchiolite, infezione che può interessare i neonati e i lattanti, coinvolge i piccolissimi rami bronchiali (denominati bronchioli) che confinano con il tessuto polmonare (ovvero gli alveoli polmonari), innescando un processo infiammatorio. La conseguenza? L’aumento della produzione di muco, con ostruzione delle vie aeree e possibile comparsa di difficoltà respiratoria.

Più frequente nei mesi autunnali e invernali, il più delle volte la bronchiolite si risolve spontaneamente e senza conseguenze. Tuttavia, in alcuni casi, può rendersi necessario il ricovero, specialmente sotto i 3-6 mesi di vita. Altre condizioni di rischio importanti per lo sviluppo di una forma grave di bronchiolite sono l’esposizione al fumo di sigaretta, il vivere in condizioni affollate, la familiarità per allergie e asma, la prematurità, l'età del piccolo (se inferiore ai 3 mesi) e le cardiopatie congenite.

Bronchiolite nel neonato, come riconoscerla

In alcuni bambini, specialmente se allattati al seno, la bronchiolite si manifesta con pochi e lievi sintomi iniziali, principalmente rinorrea (naso che cola), e tende a risolversi spontaneamente. Nei casi più severi evolve invece in una crescente difficoltà respiratoria. I sintomi della bronchiolite sono infatti il respiro che aumenta molto, uno stato di agitazione o di torpore del piccolo, il colore bluastro del volto (cianosi), l’alitamento delle narici e delle coste (con rientramenti intercostali).

Come si cura la bronchiolite

Sono più soggetti a forme severe di bronchiolite i bambini nati prematuri e comunque nelle prime settimane di vita, quando il rischio di apnea (episodio di pausa respiratoria prolungata) è più elevato. Se i sintomi si manifestano in un bimbo molto piccolo è dunque necessaria una rapida visita pediatrica a cui, spesso, segue un ricovero ospedaliero. In bambini così piccoli è infatti spesso presente un calo dei livelli di saturimetria (ossigeno nel sangue) e può osservarsi una disidratazione causata dalla difficoltà di alimentazione e dall'aumentata perdita idrica determinata dal lavoro respiratorio. Per alleviare la sintomatologia, soprattutto nelle fasi iniziali, è utile effettuare i lavaggi nasali, garantire una buona umidificazione ambientale (con un tasso di umidità superiore al 60%), e far fare al bambino pasti piccoli e frequenti, senza sforzare eccessivamente. Se la situazione non migliora, i farmaci possono essere per uso aerosolico oppure per bocca o, nei casi più gravi, per via iniettiva. Gli antibiotici, non essendo efficaci contro le infezioni virali, non vengono abitualmente utilizzati.

Quanto dura la bronchiolite nei neonati? Di solito i sintomi migliorano progressivamente entro una settimana.

Nella maggior parte dei casi la bronchiolite non è prevenibile, perché i virus che causano la malattia sono diffusi nell’ambiente. Tuttavia, alcune semplici norme igieniche possono ridurre il rischio di contrarre la bronchiolite. Innanzitutto, va posta molta attenzione nel lavarsi le mani per prevenire la diffusione dei virus che causano le malattie respiratorie; soprattutto i familiari con un’infezione respiratoria dovrebbero stare molto attenti ad evitare il contatto diretto con i neonati. Inoltre, è fondamentale evitare di fumare (mai in casa!), anche in ambienti diversi da quelli dove si trova il bambino.

È comunque importante interpellare rapidamente un pediatra, o recarsi in ospedale, se il piccolo presenta un’inusuale sonnolenza e inappetenza, se ha un colore bluastro della pelle, delle unghie o delle labbra, o se fa fatica a respirare.